mercoledì 23 settembre 2009

Acciaierie di Terni. Una giornata da ficcanaso tra le scorie della Thyssen


Nel numero del 18 giugno 2009, il settimanale L’Espresso ha pubblicato un interessante reportage della giornalista Stefania Maurizi sull’inquinamento ambientale del territorio ternano. In particolare, la rivista ha descritto le presunte responsabilità della Thyssen Krupp Acciai Speciali Terni, colosso metallurgico tedesco che controlla le celebri acciaierie simbolo della città.

L’articolo mette le mani in pasta sui molteplici problemi d’inquinamento che affliggono oggi Terni. Il problema delle polveri che si accumulano a Prisciano (quartiere limitrofo alle acciaierie), la questione della discarica di Vocabolo Valle e la vicenda del “laghetto dei veleni” scoperto in prossimità dei cantieri dell’autostrada Terni-Rieti, rappresentano le punte di un iceberg in una situazione generale molto complessa che desta non poche preoccupazioni per la salute della popolazione locale. Rimando al pezzo della Maurizi la narrazione delle cronache, riportando solamente un aggiornamento ai fatti degli ultimi mesi. Dopo il rinvenimento, il laghetto al cromo esavalente - non senza polemiche – è stato immediatamente bonificato. Restano tuttavia i timori che la mancanza di impermeabilizzazione del bacino possa aver determinato delle pericolosi infiltrazioni di cromo nelle falde acquifere della zona.

Qualche giorno fa, approfittando di alcuni amici ambientalisti che intendevano svolgere delle analisi microbiologiche, mi sono recato a Terni per un giro di perlustrazione nei luoghi delle vicende. Districandoci nel caotico traffico della città, abbiamo fatto tappa nella zona di Papigno, dove abbiamo “ammirato” l’inquietante effetto scenico di una grande opera in costruzione. In effetti, si sta innalzando un vistoso ponte che permetterà all’autostrada Terni-Rieti di attraversare una profonda gola scavata dal fiume Nera. Passerò come il solito disfattista ecologista, ma non posso negare la mia perplessità alla visione di quel ponte e della strada che in esso si andrà ad infilare...

Successivamente abbiamo costeggiato la zona perimetrale degli stabilimenti della Thyssen, che sorgono peraltro in un’area ad alta densità abitativa. Non certo suggestionato dall’articolo de L’Espresso, sono tuttavia rimasto molto colpito dalla pesantezza dell’aria circostante, conseguenza delle polveri provenienti dalla fabbrica. In alcuni frangenti dell’attraversamento, ho avuto realmente qualche difficoltà nel respirare.

Lasciando l’arteria principale, abbiamo poi imboccato una stradina bianca con scarse indicazioni (l’esperienza consolidata dei miei amici aveva fiutato la vicinanza della meta). Proseguendo fino al termine della strada, ci siamo ritrovati nei luoghi dove volevamo arrivare. Sulla sinistra, a monte, la discarica di Vocabolo Valle, sulla destra la galleria dell’autostrada Terni-Rieti presso cui è stato rinvenuto il laghetto dei veleni. Può sembrare cosa quanto meno curiosa, ma la Terni-Rieti passerà proprio sotto la montagna che ospita la discarica...

L’ingresso di Vocabolo Valle, non lasciato incustodito, era presieduto da una guardia giurata e da un vigilante che, insospettiti dalla nostra presenza, scrutavano da lontano le nostre azioni. Non appena siamo scesi dalla macchina e abbiamo cominciato a fare qualche ripresa, si sono precipitati verso di noi con un fare non proprio tranquillizzante. A toni piuttosto accesi, hanno gridato che il sito era una proprietà privata della Thyssen, che il nostro accesso era vietato e che soprattutto non potevamo fare alcuna ripresa o fotografia. Ne è scaturita una discussione concitata, durante la quale i due “mastini” hanno fatto riferimento – a male parole – anche all’articolo de L’Espresso (che evidentemente non deve aver fatto molto piacere ai vertici della Thyssen). Prima che la discussione si trasformasse in baruffa, abbiamo preferito troncare la “piacevole” conversazione e allontanarci. Questo non ha significato, naturalmente, che avessimo rinunciato alle nostre intenzioni e, raggiunta una postazione a distanza di sicurezza, abbiamo filmato i luoghi interessati.

Le riprese sono raccolte nel video allegato al post. Rispetto alle altre vertenze territoriali umbre di cui mi sono occupato, ho preferito per il momento non cercare di ricostruire le vicende. In effetti, le cronache sono ancora troppo recenti ed in rete non è disponibile la documentazione necessaria per un lavoro completo di analisi. Gli stessi movimenti civici che si stanno occupando della questione sono tuttora in fase di studio, sebbene stiano comunque costruendo i presupposti per essere maggiormente operativi. A questo proposito, alcuni comitati stanno lavorando per l’allestimento a fine ottobre (data presumibile, il 24/10) di una conferenza con esperti, alla quale invitare cittadinanza e autorità per un dibattito costruttivo sulle tematiche in questione. Provvederemo a segnalare l’iniziativa una volta che ne verrà data definitiva conferma.

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