mercoledì 22 luglio 2009

"Giotto non Giotto", di Dario Fo


Segnaliamo lo spettacolo del premio Nobel Dario Fo "Giotto non Giotto" che si terrà a Perugia, in piazza di San Francesco al Prato, il 24 e 25 luglio alle ore 21:15. Il costo dello spettacolo è di 20 euro (+1 di prevendita), 15 euro sotto i 26 anni e sopra i 65 anni. L'allestimento è curato dalla nota Compagnia Teatrale ATMO di Bastia Umbra. Le rivendite dove trovare i tagliandi sono:

- Claudio Rossignoli – Via della Rocca 14 – Bastia Umbra – Tel : 075/8001195

- Bar Cafè Letterario –Corso Cavour – Foligno – 0742/359539

- Mipatrini Centro Storico – Corso Vannucci 51- Perugia - 075/5733997

- Mipatrini Satdio : Strada Trasimeno Ovest, 2 – Perugia - 075/5002362

- Marconi Centro TIM : Piazza Garibaldi – Spoleto - 0743/221443

- Piccadilly Box Office : Centro Commerciale Collestrada - 075/5996299

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giovedì 16 luglio 2009

S.Elia, una poesia sul terremoto d'Abruzzo



Introduzione
A distanza di tre mesi dai terribili eventi del 6 aprile, sono nuovamente in terra di Abruzzo. Un ritorno voluto fin dai primi giorni successivi al terremoto, sulle tracce di un precedente viaggio a L’Aquila di alcuni anni fa. Quella volta arrivai al capoluogo risalendo la regione da Sulmona, imbarcatomi su di una “caffettiera” che, arrancando sui binari, attraversava terre di primordiale e selvaggia bellezza. Non avevo programmato quella visita, fu una decisione estemporanea presa alla stazione di Sulmona, incerto se tornare sulla costa o continuare nel cammino. Non sapevo nulla della città, non ne conoscevo la storia né tanto meno la tradizione, il classico viaggio all’avventura a destinazione ignota. Come a voler punire l’arroganza di un visitatore così sprovveduto, L’Aquila fu inizialmente restia a mostrare i suoi tesori. Il caldo umido e afoso di quella giornata d’estate, l’irta inerpicata al centro storico, un’irreale assenza di persone lungo le strade polverose, mi stavano facendo pentire di avere intrapreso quel viaggio. Ma mano a mano che salivo, lentamente si svelava tutto il fascino della città; bellissima, misteriosa, capace di sorprendere ad ogni angolo. E poi, cosa dire dei monumenti? La basilica di Santa Maria di Collemaggio, il forte spagnolo, le chiese del centro. Al calar del pomeriggio, un ultimo treno in partenza, ripresi la strada della stazione. Un diluvio di mezza estate prese a scrosciare impulsivo e senza ripari continuai a scendere per la via. Giunsi senza accorgermene ad una nuova meraviglia, la fontana delle 99 cannelle; lì, tra fulmini e tempeste, urlai impazzito come in un rito pagano.

Alcuni anni dopo, 6 aprile 2009, i giornali annunciano che tutto questo non c’è più. Che il sisma ha portato via ogni cosa, insieme alla vita di 308 persone. Incollato alle immagini televisive, subito mi assale il desiderio di un ritorno, a quella terra ora così colpita e martoriata. Ne ho finalmente l’occasione con gli eventi del G8, una manifestazione di protesta è organizzata contro i grandi del pianeta. Sebbene sia assolutamente critico verso le scellerate decisioni di quei potenti, il G8 è per me solo un pretesto, per tornare e vedere con i miei occhi. E mentre il serpentone scivola lungo le strade, mentre comunisti e anarchici urlano la loro rabbia al sistema, io sono lì e osservo. Osservo le case crollate, accanto agli edifici rimasti intatti; osservo le tende, e non lontane le new town in costruzione; e ancora gli sguardi della gente, le montagne dell’Appennino, il sole che picchia sopra i campi. In marcia verso L’Aquila, entriamo in uno dei tanti paesi piegati dal sisma. Siamo a S.Elia, un nome che le cronache hanno nei racconti trascurato, seppure lo scenario non sia mutato rispetto agli abitati vicini. In un attimo, mi distacco dal corteo e mi addentro all’interno del paese, divincolandomi tra le macerie ancora “vive e fumanti”. Ognuno di voi può immaginare gli stati d’animo che si vivono di fronte ad un tale genere di “spettacolo”; più difficile descrivere l’intensità di quei momenti e i sentimenti d’inquietudine che affiorano dall’anima. Nei giorni successivi, ho scritto una poesia, su quei brevi istanti eterni trascorsi a Sant’Elia. Volutamente, il componimento si concentra sugli oggetti materiali incontrati nel percorso, senza toccare la dimensione intimistica delle donne e degli uomini che nel paese vivevano. Fare altrimenti, senza aver vissuto le angosce indicibili del terremoto, sarebbe stato un atto di presunzione e di offesa. La poesia si chiama, semplicemente, Sant’Elia. Eccola, vado ora a recitarvela.

S.Elia
Case nell’ombra
di una mesta rovina
sventrate, ferite,
abbattute

Pietre disseminate
nell’arco di una collina
tegole, calcinacci,
mattoni

Squarci dilanianti
di pareti sbriciolate
lampadari, vestiti,
divani

Oggetti personali
reliquie dissacrate
a memoria di un tempo
non lontano

Soffia forte il vento
si fa spazio tra le strade
incontrastato innalza
la polvere

E ruota nel silenzio
varcando quelle frane
in cui ogni cosa, promiscua,
si confonde

Ampi viali deserti
non si sente alcuna voce
le finestre sono chiuse
e le porte

Improvvisa un’inquietudine
un urlo strozzato e atroce
il 6 aprile, la notte oscura
a Sant’Elia

Case senza più abitanti
perduti nelle tende
fantasmi che aleggiano
altrove

Il palpito del nulla
del vuoto che si estende
in un malinconico,interiore
dolore


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mercoledì 15 luglio 2009

"Umbria tradizioni in cammino"

Segnaliamo l'iniziativa "Umbria Tradizioni in cammino" che si terrà a Miranda (Terni) il 17 e il 18 di luglio. Per arrivare: da Terni, prendere la strada direzione Rieti (Marmore, Piediluco). Al bivio dopo il ristorante "Il focolare", girare a destra direzione Miranda.

clicca sull'immagine per visualizzare il programma

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martedì 14 luglio 2009

Diritto alla rete: giornata di silenzio per la libertà d'informazione on line

da www.dirittoallarete.ning.com

Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da un susseguirsi di iniziative legislative apparentemente estemporanee e dettate dalla fantasia dei singoli parlamentari ma collegate tra loro da una linea di continuità: la volontà della politica di soffocare ogni giorno di più la Rete come strumento di diffusione e di condivisione libera dell’informazione e del sapere. Le disposizioni contenute nel "Decreto Alfano" sulle intercettazioni rientrano all'interno di questa offensiva.

Il cosiddetto "obbligo di rettifica" imposto al gestore di qualsiasi sito informatico (dai blog ai social network come Facebook e Twitter fino a .... ) appare chiaramente come un pretesto, un alibi. I suoi effetti infatti - in termini di burocratizzazione della Rete, di complessità di gestione dell'obbligo in questione, di sanzioni pesantissime per gli utenti - rendono il decreto una nuova legge ammazza-internet.

Rispetto ai tentativi precedenti questo è perfino più insidioso e furbesco, perché anziché censurare direttamente i siti e i blog li mette in condizione di non pubblicare più o di pubblicare molto meno, con una norma che si nasconde dietro una falsa apparenza di responsabilizzazione ma che in realtà ha lo scopo di rendere la vita impossibile a blogger e utenti di siti di condivisione.

I blogger sono già oggi del tutto responsabili, in termini penali, di eventuali reati di ingiuria, diffamazione o altro: non c'è alcun bisogno di introdurre sanzioni insostenibili per i "citizen journalist" se questi non aderiscono alla tortuosa e burocratica imposizione prevista nel Decreto Alfano.

La pluralità dell'informazione, non importa se via internet, sui giornali, attraverso le radio o le tv o qualsiasi altro mezzo, costituisce uno dei diritti fondamentali dell’uomo e del cittadino e, probabilmente, quello al quale sono più direttamente connesse la libertà e la democrazia.

Con il Decreto Alfano siamo di fronte a un attacco alla libertà di di tutti i media, dal grande giornale al più piccolo blog.

Per questo chiediamo ai blog e ai siti italiani di fare una giornata di silenzio, con un logo che ne spiega le ragioni, nel giorno in cui anche i giornali e le tv tacciono. E' un segnale di tutti quelli che fanno comunicazione che, insieme, dicono al potere: "Non vogliamo farci imbavagliare".

Invitiamo quindi tutti i cittadini che hanno un blog o un sito a pubblicare il 14 luglio prossimo questo logo e a tenerlo esposto per l’intera giornata, con un link a questo manifesto. - scarica il logo banner.jpg

Non si tratta di difendere la stampa, la tv, la radio, i giornalisti o la Rete ma di difendere con fermezza la libertà di informazione e con questa il futuro della nostra democrazia.


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martedì 7 luglio 2009

"Canti e discanti" Foligno Worldfestival

Riportiamo il programma della manifestazione culturale "Canti e discanti" che si terrà a Foligno dall'8 al 22 luglio 2009. Per maggiori informazioni, clicca sul sito www.cantiediscanti.it

clicca sull'immagine per ingrandire

Spettacoli della rassegna

Mercoledì 8 Luglio, Ore 18.30 Palazzo Trinci
(in Photo) At the border, Collettivo Sputnikphotos
Inaugurazione mostra fotografica

La nuova Europa si e' affacciata nelle nostre vite con le piccole storie quotidiane, che insieme hanno determinato quel flusso migratorio, che si e' formato per la semplice ed essenziale ragione della ricerca di una migliore vita. Questa dinamica ha di fatto reso possibile la crescita di quel mondo-cuscinetto appartenuto al blocco Sovietico, che oggi viene collocato nel nuovo concetto di Europa allargata. Cio' nonostante non abbiamo una chiara definizione di come sia la vita e come queste societa' si stanno sviluppando. Il collettivo fotografico Sputnik, un' Associazione Internazionale di giovani fotogiornalisti dei paesi Centro-Orientali Europei, si e' prodigato a svolgere diversi racconti fotografici che mostrano come anche le loro societa',sono alle prese con l'immigrazione da paesi vicini e limitrofi (ma anche lontani) che non fanno parte del progetto Europa. Il progetto sputnik e' una raccolta di 7 diversi reportage che raccontano storie individuali di immigrati che si trovano a vivere nella nuova Europa. Anche Paesi come la Polonia, Slovacchia e Slovenia si trovano ad avere a che fare con l''immigrazione illegale che e' alimentata dal mercato che vuole produrre a basso costo. "At the border" e' un raccolta di fotografie che narrano i sacrifici e la disperazione di gente comune costretta in molti casi a lasciare la propria famiglia nei loro paesi di origine. Per molti casi il lavoro illegale non offre riconoscimenti, diritti e di conseguenza una vita migliore. Come nelle migliore tradizioni di un collettivo fotografico sensibilita' e rispetto dell'informazione ha fatto in modo di ottenere un lavoro lineare di ottima qualita' fotogiornalistica. IL progetto e' nato anche grazie alla collaborazione della Fondazione Culturale Europea.

Giovedì 9 Luglio, Ore 21.30 Palazzo Trinci
(in Music) Simone Cristicchi + Coro Minatori Santa Fiora
Canti di Miniera, d'Amore, Vino e Anarchia".

Il nuovo progetto-spettacolo dal titolo “Canti di miniera, d’amore, vino e anarchia” vedrà sul palco Simone Cristicchi con i 14 elementi del Coro dei Minatori di Santa Fiora, un gruppo di età compresa tra i 19 e gli 80 anni. Se immagino un minatore, vedo solo gli occhi, come isole bianche in mezzo al mare nero della faccia. Più difficile è immaginare il suo sorriso. La cosa interessante dei loro canti, è che sono tutt'altro che tristi! La fatica irraccontabile, la tristezza e la rabbia per una condizione di lavoro inumana che spesso troncava le vite di chi lavorava in miniera, non trovano spazio in quei versi. La paura veniva esorcizzata attraverso l'allegria delle canzoni, tutti insieme come in un antico rituale, lasciando in fondo alla miniera gli abiti da lavoro sudici e sporchi di fango, mettendosi il vestito nero della festa e le scarpe buone. Così, il minatore come un novello Gesù Cristo sbarbato e pettinato, usciva da quei pozzi profondi, risorgendo alla vita, cantando al sabato sera insieme ai suoi compagni riuniti nell'Osteria di Natalina...magari una di quelle sere strizzava l'occhio alla bella Rosina, tra canti e suoni sbocciavano gli amori e si tirava avanti così, finchè c'era da scavare. Sono sceso sottoterra in una Miniera, chiedendo di diventare anche io un “minatore”, che scava nelle gallerie infinite della memoria, cercando di riportare alla luce preziosi minerali nascosti, sepolti nella terra e nell'oblio del mondo contemporaneo. Oggi, cantare insieme al Coro dei Minatori di Santa Fiora, rappresenta per me l'ennesima sfida, un deragliamento positivo fuori dai binari del consueto iter discografico, che finisce solitamente per diventare fredda routine. Questa nuova occasione di ricerca e di crescita nasce da una piccola scintilla e ha dato inizio a una vera “combustione”, un incontro fatto di spontaneità e grande entusiasmo che durante i concerti diventano così contagiosi, da trasformare magicamente ogni luogo in una grande Osteria! Ingresso libero.

Venerdì 10 Luglio, Ore 21.30 P.zza Piermarini
(in Film) Mar Nero
Di Federico Bondi (Italia – Francia- Romania)

[…] i giovani esordienti italiani (non tutti, anzi pochi) hanno occhi socchiusi spalancati e orecchie ben aperte: Federico Bondi è uno di questi. Da schegge autobiografiche lo sguardo si accende su destini di vita che si incrociano: Angela (Dorotheea Petre), giunta dalla Romania, è badante a Firenze. La donna anziana di cui si occupa è Gemma (Ilaria Occhini) che ha un figlio lontano. Il marito le è appena morto e ha bisogno di aiuto. Donna dal carattere molto rigido e autoritario fatica ad accettare una sconosciuta in casa. Il film racconta il sottile moto di questi due destini..Ingresso libero.

Lunedì 13 Luglio, Ore 21.30 P.zza Piermarini
(in Film) La vita è un miracolo
di Emir Kusturica (Serbia-Montenegro)

[…] ogni film di Emir Kusturica è per lo spettatore (azzardo) un’esperienza dionisiaca. Non si sa mai da dove cominciare quando si riprende la visione analiticamente. Ogni cosa, ogni persona dà luogo nei suoi film a processi di moltiplicazione e di metamorfosi: la storia principale trabocca,dirama,trascina via in una polvere d’oro tutto l’universo. Enciclopedie di oggetti, danze e musiche, matrimoni e funerali, traffici e amori, guerre e paci subitanee: la vita vola, sparisce nell’attimo. Ingresso libero.

Martedì 14, ore 21:30 Palazzo Trinci
(in Music)Gianmaria Testa (con Piero Ponzo)
Solo (dal Vivo)

A un certo punto, un disco live ci vuole. Dopo tanti e tanti concerti, su e giù in giro per il mondo, dopo tanti viaggi, tante avventure musicali e umane, era in qualche modo necessario provare a lasciare una traccia concreta, un disco che da solo se ne andasse in giro, testimoniando, nell’assenza, la presenza e il calore del rapporto col pubblico. SOLO-dal vivo è la registrazione integrale di un concerto “in solo” tenuto all’Auditorium Parco della Musica di Roma (Teatro Studio) il 3 maggio 2008. Il concerto di Roma non era stato pensato per essere registrato e diventare un disco. Poi è successo che quel concerto è stato una piccola magia, una specie di miracolo di intensità e poesia, una corrente di emozioni tra palco e platea. Per fortuna la fondazione Musica per Roma registra sempre ogni concerto per il suo archivio al solo scopo di testimonianza, e proprio a partire da quella registrazione “sporca” si è lavorato, non senza molta fatica, per farla diventare il disco che ora viene presentato. Il risultato è una sorta di “bootleg” autorizzato dal suo artista che privilegia Anima ed Emozione alla Tecnica. In occasione del concerto di Cantiediscanti, GianMaria Testa sarà accompagnato da Piero Ponzo. Ingresso libero.

Mercoledì 15, Corte Palazzo Pierantoni Ore 20.30
(in Food in Music) Suoni e Sapori della Via Flaminia (Cena Evento)
Vincanto – Liberatori Fojetta – Pino Puntuali

La cena-evento “Suoni e Sapori della Via Flaminia” è una produzione originale del Festival CantieDiscanti, con cui si intende creare un percorso multi sensoriale legato alla strada consolare che ha da sempre unito le culture e le regioni delle Marche dell’Umbria e del Lazio. L’immaginario percorso vedrà l’unione della musica popolare con i sapori ed i prodotti delle tre regioni. Ad ogni gruppo sarà abbinato un piatto tipico ed un vitigno, per realizzare un percorso di esaltazione dei sensi, lungo il millenario percorso. Protagonisti della serata i migliori gruppi della scena popolare del centro italia: Vincanto (marche) Bandaliberatori (Umbria) Pino Puntuali (Lazio). Cena-Evento € 25

Giovedì 16 Luglio, Ore 19.00 Portico delle Conce
(in Music in Food )Riccardo Maffoni

Riccardo Maffoni nel suo live presenta il proprio repertorio in veste acustica, solo con la sua chitarra, ripercorrendo i tratti più importanti della sua carriera. (Vincitore di Sanremo Giovani nel 2006). E' un concerto nel quale si passa dal cantautorato più ispirato alla musica rock. Non mancano reinterpretazioni di brani di artisti che maggiormente lo hanno influenzato, da Springsteen a Rino Gaetano, il tutto in una intensa ed originale Performance. Aperitivo in Music € 5

Lunedì 20 Luglio, ore 21.30 P.zza Piermarini
(in Film)Come ho vissuto la fine del mondo
Di Catalin Mitulescu (Romania)

[…] prima della nuova onda rumena, che oggi riscuote richiamo nei festival e distribuzione per qualche film, c’era la generazione del passaggio al nuovo secolo con commedie scure e luminose sull’Evento, di cui Mitulescu è parte importante: ambientato nella periferia di Bucarest, durante l’ultimo anno della dittatura di Ceausescu, il film racconta il sogno di Eva, inquieta diciassettenne, nei suoi atti di ribellione e nei suoi progetti di fuga e il piano audace di suo fratello Lalailu, un bambino di sette anni, che vuole trattenerla per amore fraterno: riusciranno i nostri eroi a realizzare il Progetto segreto che ognuno di loro coltiva? […]Ingresso libero(con intervento diretto di alcuni traduttori come suggeritori teatrali). In collaborazione con la “Casa dei Popoli”.

Martedì 21 Luglio, ore 21.30 Auditorium S.Domenico
(in Music)Compagnia teatrale "Il poeta Totò"
Omaggio a Totò

La Compagnia teatrale “Il Poeta Totò” nasce nel 1984 dal comune amore per la cultura Napoletana e per le diversissime forme che questa assume nelle manifestazioni dell’arte, da quella figurativa a quella immortale e senza confini geografici della poesia, della musica e della canzone. Connubio di artisti, che per azione sinergica, si completano a vicenda nell’interpretazione moderna della lirica napoletana, e di Totò in particolare. Della poliedrica figura di Totò un aspetto almeno, quello di Poeta, attende ancora di essere fatto conoscere ed apprezzare come merita. Il recital che viene proposto intende dare un contributo in tal senso, inserendosi nella nuova tendenza a riscoprire il fascino della poesia, che rivive sul palcoscenico attraverso la voce e la gestualità di un interprete-attore. Ingresso libero

Mercoledì 22 Luglio Ore 21.30
Chiesa San Paolo (Progetto Arch.Fuksas)
Radiodervish
Con le radici al cielo

Con le Radici al Cielo è uno spettacolo i Radiodervish fanno interagire e dialogare le tre religioni monoteistiche del Mediterraneo, alla ricerca di varchi e passaggi tra Oriente ed Occidente. Parole e musiche tratte dall’Antico Testamento e da opere e autori che appartengono alle esperienze mistiche della tradizione cristiana ed islamica. Canzoni come All my will, costruita su un testo di S.Ignazio da Loyola fatto dialogare con il canto dei dervisci, Ave Maria, cantata in latino e inglese, Fedeli d’Amore tratta dal Cantico dei Cantici e commentata da S. Teresa d’Avila o ancora Layla e Maynun ispirata ad un testo del mistico sufi Farid Attar. Con le radici al cielo non poteva non svolgersi nella meravigliosa location della nuova Chiesa di San Paolo, il progetto dell’Architetto Massimiliano Fuksas. Ingresso libero.

Giovedì 23 Luglio, Ore 21.30 Parco Hoffmann
Livido
Pop - rock d'autore

Ingresso libero


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lunedì 6 luglio 2009

Una lettera al mondo: cosa farete con la crescita della gioventù?

dal sito Revolutionary Road del blogger iraniano Saeed Valadbaygi

Scrivo questa lettera per uno studente "protagonista" nel suo corso di laurea, ed a cui fu proibito di continuare a studiare. Scrivo questa lettera per un operaio fustigato il primo maggio. Scrivo questa lettera per un giovane condannato a morte. Scrivo questa lettera per una donna condannata alla lapidazione. Scrivo questa lettera per Saeed Valadbaygi.

Sono molti anni che noi lottiamo per i nostri diritti fondamentali. In questo percorso siamo stati arrestati, messi in carcere, fustigati e torturati, giustiziati ed esiliati. Siamo però ancora in piedi ed abbiamo resistito.

Nella giornata internazionale della donna, 8 marzo, abbiamo dichiarato con determinazione che uomini e donne sono uguali ed abbiamo condannato qualsiasi forma di pregiudizio tra i sessi. Ma ancora le leggi maschiliste e medievali, sono da voi applicate contro le donne.

Nella giornata internazionale dei lavoratori, il primo maggio, abbiamo preteso di avere i nostri diritti. Abbiamo dichiarato che noi siamo compagni di strada e condividiamo gli stessi obiettivi della nostra classe sociale in tutto il mondo. Abbiamo chiesto di fermare le ingiustizie nei confronti di lavoratori immigrati. Per questo, siamo stati arrestati, trattenuti nelle peggiori condizioni e sottoposti a tortura. Avete fustigato gli operai in occasione della giornata del primo maggio e gli avete imposto pesantissime multe.

Nella giornata internazionale dell’infanzia, abbiamo dichiarato che i diritti dei bambini devono avere la priorità' e che non avete il diritto di sfruttare i bambini sessualmente e come forza di lavoro conveniente e silenziosa. Ma avete continuato a sfruttarli nelle fabbriche e per le strade.

Nella giornata degli studenti, abbiamo chiesto di non giustiziare, non lapidare e di mettere fine alle regole disumane della Sharia, di consentire che l'Università sia un luogo per la formazione e la produzione di risorse e di conoscenza per la nostra società. Ma voi ci avete attaccato e di notte avete arrestato i nostri compagni e li avete portati bendati in carcere. Li avete schedati ed espulsi dalle Università, dove avete messo le vostre basi militari. Noi vi abbiamo ripetutamente detto che l'Università non è una base militare e chiesto di ritirare le vostre forze, ma voi ci avete attaccati nelle aule e nei campus ed avete massacrato gli studenti. Proprio oggi i funerali di uno di questi nostri compagni... Vi parlo di Kianoosh Assa… Lo avete assassinato in prigione sotto tortura.

Noi ripetutamente, una unica voce con il movimento globale, abbiamo gridato di fermare le sentenze di morte dei minorenni. Ma voi avete giustiziato la nostra Delara e ancora continuate a portare bambini tremanti e deboli alla forca dell’impiccagione.

Noi vi abbiamo detto che il popolo iraniano non vuole la guerra, né vuole che nessuna razza o gruppo sia distrutto. Noi abbiamo gridato lo slogan "Una identità .. l'umana identità" e "una unica terra per l'intera umanità", ma voi avete continuato a dichiarare le vostre idee personali per conto del popolo iraniano. Noi più' volte abbiamo detto che non vogliamo lo stato islamico ma voi avete continuato a governare con le leggi medievali.

Noi vi abbiamo avvertito e sono anni che lottiamo. Questo movimento che oggi voi chiamate "polvere e sporcizia" è dello stesso studente, della stessa donna, dello stesso bambino e dello stesso operaio che avete oppresso in tutti questi anni. Questo non e' un movimento di ribelli immotivati. Questa non e' la protesta di elettori che hanno perso le elezioni. Sono le grida del popolo iraniano oppresso, che tutto unito grida Morte al Dittatore, Morte a Khamenei e Morte alla Repubblica Islamica. Sono le grida e l'eco delle voci che in tutti questi anni, dagli angoli delle celle nelle vostre carceri, avete sentito dai prigionieri liberalisti.

Il popolo iraniano si è ritrovato ed ha capito che il segreto per il vostro rovesciamento é nella unità. E' per questo motivo che negli slogan gridano "Non avete paura .. siamo tutti insieme". Il popolo iraniano, uomini e donne, tutti insieme, sono usciti per le strade ed hanno affrontato i proiettili. Il giorno che avete ucciso Neda, ho visto un'altra donna che si era messa davanti ai Basiji con le braccia aperte e urlava "colpisci anche me". Questo e' il movimento che vi rovescerà e che grida "Uccido .. Uccido .. chi ha ucciso il mio fratello"! In un momento non lontano, la storia si ripeterà anche per voi e la libertà e l'equilibrio sarà il messaggio del popolo iraniano per il mondo.

Ma io .. sono Saeed Valadbaygi, l'operaio studente che più volte è stato arrestato ed imprigionato. Lo studente "protagonista" che avevate espulso dall'Università e l'operaio che ha passato i migliori anni della propria vita in esilio ed in prigione. Io sono il grido di un dolore comune che mi ha fatto stringere il pugno durante tutti questi anni, sempre più forte, in modo che oggi posso gridare Morte al Dittatore! Non sono spaventato dalle vostre minacce di morte e di prigione. Sono giorni che avete messo la mia famiglia sotto le peggiori di pressioni e ripetutamente avete attaccato la nostra casa. Ma ogni volta siete stati i perdenti di questa battaglia.

Questa oppressione e l’atmosfera di terrore, non possono più ostacolare i nostri compagni e le loro famiglie, perché siamo ben consapevoli che per raggiungere la libertà, non abbiamo niente da perdere se non le nostre catene. Le vostre misure possono momentaneamente interrompere il nostro lavoro. Forse perderemo i nostri più cari compagni ed i migliori momenti delle nostre vite, ma non riuscirete mai a fermarci.

(poesia persiana)

Guarda sono verde, colorato e virile
Guarda sono folto e robusto

Nonostante le ferita dell'ascia
ho le radici nella terra e sono glorioso

Diciamo che, come credete, mi sono abbassato per terra
e i miei rami sono feriti dal colpo della vostra ascia
Cosa farete con il mio radice?

Diciamo che su questo tetto
siete seduti in agguato di un uccello a cui proibite il volo
Cosa farete con i pulcini nel nido?

Diciamo che il vento bastardo della notte
stia urlando tutto ubriaco
Cosa farete con il canto del mattino?

Diciamo che colpite ... diciamo che rapite .. diciamo che uccidete
Cosa farete con la crescita inevitabile della gioventu'?

Non pensate che sono finito
che sono storia e un ricordo

Sono cosi avvolto dal dolore di questo popolo
Sembro una grida .. una grida .. una grida ..


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venerdì 3 luglio 2009

Ora l'Italia è più cattiva

di Adriano Sofri

Variando Pietro Nenni ("Da oggi siamo tutti più liberi") il governo ieri ci ha dichiarati tutti più sicuri. Da ieri, siamo tutti più insicuri, più ipocriti e più cattivi. Più insicuri e ipocriti, perché viviamo di rendita sulla fatica umile e spesso umiliata degli altri. Infermieri e domestiche e badanti di vecchi e bambini, quello che abbiamo di più prezioso (e di prostitute, addette ad altre cure corporali), e lavoratori primatisti di morti bianche, e li chiamiamo delinquenti e li additiamo alla paura.

Ci sono centinaia di migliaia di persone che aspettano la regolarizzazione secondo il capriccio dei decreti flussi, e intanto sul loro lavoro si regge la nostra vita quotidiana, e basta consultare le loro pratiche di questura per saperne tutto, nome cognome luogo di impiego e residenza, nome e indirizzo di chi li impiega.

La legge, vi obietterà qualcuno, vuole colpire gli ingressi, non chi c'è già: non è vero. La legge vuole e può colpire nel mucchio. È una legge incostituzionale, non solo contro la Costituzione italiana, ma contro ogni concezione dei diritti umani, e punisce una condizione di nascita - l'essere straniero - invece che la commissione di un reato. Dichiara reato quella condizione anagrafica. Ci si può sentire più sicuri quando si condanna a spaventarsi e nascondersi una parte così ingente e innocente di nostri coabitanti? Quando persone di nascita straniera temano a presentarsi a un ospedale, a far registrare una nascita, a frequentare un servizio sociale, o anche a rivolgersi, le vittime della tratta, ad associazioni volontarie e istituzionali (forze di polizia comprese) impegnate a offrir loro un sostegno. Quando gli stranieri temano, come avviene già, mi racconta una benemerita visitatrice di carceri, Rita Bernardini, di andare al colloquio con un famigliare detenuto, per paura di essere denunciato? Lo strappo che gli obblighi della legge e i suoi compiaciuti effetti psicologici e propagandistici provoca nella trama della vita quotidiana non farà che accrescere la clandestinità, questa sì lucrosa e criminale, di tutti i rapporti sociali delle persone straniere. È anche una legge razzista?

Si gioca troppo con le parole, mentre i fatti corrono. Le razze non esistono, i razzisti sì. Questa legge prende a pretesto i matrimoni di convenienza per ostacolare fino alla persecuzione i matrimoni misti, ostacola maniacalmente l'unità delle famiglie, fissa per gli stranieri senza permesso di soggiorno una pena pecuniaria grottesca per la sua irrealtà - da 5 a 10 mila euro, e giù risate - e in capo al paradosso si affaccia, come sempre, il carcere. Carcere fino a tre anni per chi affitti una stanza a un irregolare: be', dovremo vedere grandiose retate. Galera ripristinata - bazzecole, tre anni - a chi oltraggi un pubblico ufficiale: la più tipicamente fascista e arbitraria delle imputazioni. Quanto alle galere per chi non abbia commesso alcun reato, salvo metter piede sul suolo italiano, ora che si chiamano deliziosamente Centri di identificazione e di espulsione, ci si può restare sei mesi! Sei mesi, per aver messo piede.

Delle ronde, si è detto fin troppo: e dopo aver detto tanto, sono tornate tali e quali come nella primitiva ambizione, squadre aperte a ogni futuro, salvo il provvisorio pudore di negar loro non la gagliarda partecipazione di ammiratori del nazismo, ma la divisa e i distintivi.

Tutto questo è successo. Ogni dettaglio di questo furore repressivo è stato sconfessato e accantonato nei mesi scorsi, spesso per impulso di gruppi e personalità della stessa maggioranza, e gli articoli di legge sono stati ripetutamente battuti nello stesso attuale Parlamento introvabile. È bastato aspettare, rimettere insieme tutto, e nelle versioni più oltranziste, imporre il voto di fiducia - una sequela frenetica di voti di fiducia - e trionfare. Un tripudio di cravatte verdi, ministeriali e no, con l'aggiunta di qualche ex fascista berlusconizzato. (Perché non è vero che il berlusconismo si sia andato fascistizzando: è vero che il fascismo si è andato berlusconizzando). La morale politica è chiara. Il governo Berlusconi era già messo sotto dalla Lega ("doganato": si può dire così? Doganato dalla Lega). Ora un presidente del Consiglio provato da notti bianche e cene domestiche è un mero ratificatore del programma leghista. Ma la Chiesa cattolica, si obietterà, ha ripetuto ancora ieri il suo ripudio scandalizzato del reato di clandestinità e la sua diffidenza per le ronde e in genere lo spirito brutale che anima una tal idea della sicurezza. Appunto. Berlusconi è politicamente ricattabile, ma non da tutti allo stesso modo. Dalla Lega sì, dalle commissioni pontificie no, perlomeno non da quelle che si ricordano che il cristiano è uno straniero.

Un ultimo dettaglio: le carceri. Mai nella storia del nostro Stato si era sfiorato il numero attuale di detenuti: 64 mila. Dormono per terra, da svegli stanno ammucchiati. La legge riempirà a dismisura i loro cubicoli. Gli esperti hanno levato invano la loro voce: "Le carceri scoppiano, c'è da temere il ritorno della violenza, un'estate di rivolte". Può darsi. Ma non dovrebbe essere lo spauracchio delle rivolte, che non vengono, perché nemmeno di rivolte l'umanità schiacciata delle galere è oggi capace, a far allarmare e vergognare: bensì la domanda su quel loro giacere gli uni sugli altri, stranieri gli uni agli altri. La domanda se questi siano uomini.


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giovedì 2 luglio 2009

Vicenza è nostra!

Il comitato No DalMolin di Vicenza organizza sabato 4 luglio una nuova manifestazione di protesta contro la costruzione della base militare americana in città (per informazioni, clicca sul sito www.nodalmolin.it). Nel comunicare la mia ideale partecipazione all'iniziativa, "rispolvero" una lettera da me scritta (e inviata a tutti i miei amici e conoscenti) all'indomani di un'analoga manifestazione tenutasi nel febbraio del 2007. In quell'occasione, più di centomila persone marciarono per le strade di Vicenza per chiedere la fine dei propositi di guerra e il ripensamento di una nuova politica orientata alla pace e alla giustizia. La realtà dei fatti ci dice che molto ancora si deve lavorare...

Vicenza 17 febbraio 2007 Più di centomila persone sfilano in una manifestazione contro l'allargamento in città della base militare americana. Tra questi centomila il sottoscritto, determinato - come tutti gli altri - a far sentire le proprie idee e ad opporsi a queste decisioni dall'alto che non tengono assolutamente conto delle esigenze fondamentali delle persone.

Molti sono stati i pensieri che mi hanno assorbito prima, durante e dopo la manifestazione. Il primo di questi pensieri è una nota di grande dispiacere verso coloro che - il più delle volte in malafede - affermano cose che non possono essere ancorate a nessun appiglio. Penso ad esempio a quello che dicevano sui manifestanti: alcuni ci dipingevano come folli (100.000 matti, intitolava ieri Libero), altri come terroristi. Ciò che mi rattrista molto è che sono tante le persone - ingabbiate nei loro limitati schemi mentali - a credere a queste voci assolutamente prive di fondamento. Durante la manifestazione ho fotografato un bambino che aveva un vestito di carnevale e che giocava insieme ad altri adulti con un grande bandierone della pace. Peccato che la foto sia venuta sfuocata, pensavo però a come si potesse inquadrare questo dolce "patuffolo" nella massa di pazzi terroristi di cui - secondo certi mass-media - tutti noi facevamo parte. Non so, forse sotto il suo vestitino colorato aveva qualche chilo di tritolo o forse in questo mondo è una cosa da pazzi giocare! Qualcuno diceva...non ragionar di lor, ma guarda e passa... non vale la pena ascoltare questi avvoltoi...comunque la manifestazione è stata un tripudio di colori, di musica, di striscioni ironici e soprattutto...di belle persone! Tutto è filato per il meglio e - diciamolo - anche grazie alla polizia che ha avuto il merito di essere molto discreta.

Il secondo pensiero ricorrente è l'incapacità dei nostri governi (di destra o di sinistra, sembra che faccia poca differenza) di svincolarsi da certe logiche perverse. Dobbiamo rispettare i patti con il nostro alleato americano, annunciano all'unisono i cosidetti rappresentanti "moderati" del nostro governo (mentre i leader radicali non prendono posizioni nel loro inevitabile imbarazzo...). Ma i primi patti da rispettare, non sono quelli con i cittadini? L'articolo 11 della Costituzione non dice chiaro e tondo che l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali ? Il governo americano (non gli Americani; e smettiamola di dire che si è antiamericani se si esprime un'idea contro il governo degli Stati Uniti) ha dimostrato di utilizzare gli strumenti militari solo per propri interessi. Ha ucciso migliaia di persone nel mondo, ha portato distruzione e rovina, ha mentito su tutto. E' eticamente inconcepibile che gli si permetta di fare tutto questo...ma il nostro governo, cosa fa? Invece di fermare questi crimini reiterati, ne diventa complice con la scusa di rispettare i patti con gli alleati...

Il terzo pensiero è relativo al ruolo che può avere la gente comune in questo processo. Parlavo ieri durante il viaggio con una simpatica persona di Gubbio che - in uno dei suoi ragionamenti - sottolineava come tutti noi viviamo su un sistema (quello consumistico) che è come un castello di carta; basterebbe solo che la gente se ne renda conto e si organizzi, per farlo crollare. Ho ribattutto a questa sua affermazione - che comunque condivido - affermando però come sia difficile rendere "viva" questa forza nelle persone, smuovendole dall' empasse di pensiero generalizzato che domina la nostra società. E' più facile accettare le verità proposteci dalla televisione, è più comodo occuparsi delle vicende di un qualche amico di Maria di Filippi piuttosto che dei grandi problemi del mondo, è difficile che ciascuno di noi si prenda le proprie responsabilità non delegandole invece agli altri. Per cui è vero che l'ambiente è in pericolo ma se devo fare trecento metro per andare a comprare le sigarette, prenderò sempre e comunque la macchina. E' vero che la guerra è una cosa orrenda, ma se devo scendere in piazza ed essere preso per un "comunista antiamericano", che continuino pure ad ammazzarsi...a me cosa cambia? Mentre affermavo queste cose, non mi restava altro che constatare una verità senza alcun ombra di dubbio deprimente: nella gran parte dei casi, le persone - nonostante si rendano conto che stiamo andando verso uno scenario apocalittico - non fanno quasi nulla per cambiare questo stato di cose, accettando tutto passivamente. Ieri ad esempio, per Vicenza, non ho visto molte bandiere appese dai balconi contro la base. Io non riesco a credere, non ci voglio credere che i vicentini siano favorevoli all'installazione militare...

E' certamente necessario un cambiamento radicale...ieri, nel corteo, sentivo tanti cori in favore della rivoluzione socialista...ma io sono convinto che - aldilà della scelta del sistema politico da adottare - la vera rivoluzione deve essere quella delle coscienze. Rendersi conto che così non possiamo più andare avanti, che il nostro sistema - oltre ad essere profondamente ingiusto - è anche insostenibile e non può durare in eterno; e che le trasformazioni possono dipendere anche da noi, seppure nel piccolo. Tutti possono dare il proprio contributo, cambiando il proprio stile di vita, informando gli altri delle tante iniziative che ci sono, non accettando passivamente questo stato di cose...il pianeta è di tutti, non possiamo permettere che pochi dispregievoli individui lo brutalizzino in questo modo.

Ringrazio chi ha avuto la pazienza di ascoltare fino alla fine questi miei impetuosi - forse anche un po' contraddittori - pensieri. Sono principi in cui voglio avere la forza di credere (anche se non mancano i momenti difficili), per cui mi sembra giusto condividerli con voi.

Federico

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mercoledì 1 luglio 2009

BREAK, di Human Beings


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"BREAK", il nuovo spettacolo di HUMAN BEINGS
Laboratorio teatrale interculturale diretto da Danilo Cremonte.
Venerdì 3, sabato 4 e domenica 5 luglio alle ore 21.30 a Perugia nel Chiostro di S. Anna (Viale Roma, 15).

Che cosa è Human Beings?
da www.humanbeings.it

HUMAN BEINGS, Esseri umani: quando nel 1989, un po' prima che cadesse il muro, abbiamo pensato ad un laboratorio teatrale interculturale capace di fare incontrare e di unire esperienze di vita e brani di culture diverse qui presenti a Perugia, il nome che poi avremmo scelto per indicare quel progetto era in qualche modo "nell'aria"; o, almeno, nella nostra mente.

Un po' come quel titolo anticipatore, "Il cielo sopra Berlino", che aveva aperto uno sguardo nuovo sopra un paesaggio di rovine, individuando gli angeli che camminano tra di noi. C'è stato poi il Golfo, e poi la Jugoslavia... la ex-Jugoslavia, dove l'appartenenza etnica e la differenza culturale sono state motivo di stupro e assassinio: cioè la prefigurazione di un mondo possibile .

L'idea del laboratorio è dunque cresciuta come una necessità, e quel nome che avevamo in testa ci si è chiarito come necessario: essere "umani", cioè cercare la radice dell'umano in un’esperienza che ci può far riconoscere gli uni con gli altri al di là di ciò che ci separa e differenzia, o meglio, al di qua : "fondamentalmente la testa è sempre sopra le spalle, e il naso, gli occhi, la bocca, lo stomaco, i piedi si trovano nello stesso posto" (P. Brook) - e rovesciare così il luogo comune che banalizza la diversità riducendola a motivo di valutazione, discriminazione, cancellazione (in un modo o nell'altro). Una pratica del teatro come spazio dell'incontro e dello scambio tra "migranti" - ancora una volta i1 teatro come utopia! - può rovesciare quel luogo comune, riconoscendo nella diversità una ricchezza che non possiamo permetterci di sperperare, né dal punto di vista del nostro umano bisogno di comunicazione, né da quello delle possibilità espressive e creative che il teatro offre; che poi, per chi fa teatro, sono quasi la stessa cosa. Possono anche accadere dei miracoli: come quel film di Cassavetes quando il proletario nero intona un'aria dell'Aida, rimanendo - anzi, diventando- compiutamente se stesso. Ancora Peter Brook: " ... ognuno di noi è soltanto una parte dell'uomo completo... Ogni cultura esprime una diversa pagina dell'atlante interiore, ma la verità umana completa è globale, e il teatro è il luogo in cui il puzzle si può ricomporre. "

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