mercoledì 22 aprile 2009

La vecchia Signora del 48 ha un mancamento

Il 1948, con la pesante consapevolezza lasciatagli in eredità dalla seconda guerra mondiale, ha redatto la Carta dei Diritti Umani. Il 2009 la sta distruggendo. La seconda Conferenza mondiale contro il razzismo a Ginevra, ammutolita sotto i dictat di un’alleanza internazionale islamica, disertata dagli Stati Uniti (che temevano le veementi parole del presidente iraniano Ahmadinejad contro la discutibile politica di Israele), si riduce a una tragica parodia del ’48.

Il fatto che nelle Risoluzioni adottate dalla Conferenza del 2001 a Durban ci sia il divieto di blasfemia nei confronti dell’Islam, rende impossibile ogni critica nei confronti della politica degli Stati Islamici, paralizza ogni tipo di opposizione e legittima qualsiasi sfogo dell’estremismo musulmano. Come difendere i diritti delle donne, come proteggere il diritto all’espressione e la libertà individuale dei cittadini in un paese islamico, se qualsiasi critica alla shar’ia può essere messa a tacere dagli integralisti con l’accusa di blasfemia? Durban I ha fornito molti esempi del potere che questa risoluzione può dare a chi si incarica di farla rispettare (bastava infatti che il rappresentante del Pakistan alzasse il cartellino perchè il presidente della Conferenza intimasse il silenzio all’oratore “blasfemo” di turno).
I rappresentanti delle ONG, facendo relazione durante la Conferenza delle atrocità perseguite dall’integralismo islamico contro gli omosessuali, contro le donne e alcune minoranze etniche e religiose, sono stati zittiti dal blocco dei paesi islamici e filo-islamici.

La Conferenza di Ginevra si è svuotata dei rappresentanti dei Paesi Europei che hanno lasciato la poltrona non appena Ahmadinejad ha preso la parola. Nonostante alcune dichiarazioni condivisibili, quello che è successo a Ginevra è una strumentalizzazione dell’Islam, nonché della difficile situazione palestinese. Ahmadinejad infatti, cominciando il suo discorso con inopportune preghiere religiose, si rende paladino dell’Islam e della coraggiosa causa palestinese, ma lo fa soprattutto per raccogliere consensi nel mondo islamico in vista delle prossime elezioni iraniane.
Questo atteggiamento è un insulto all’intera umanità, perchè mentre i potenti di tutto il mondo (non importa a che religione appartengano) dettano silenziose leggi all’economia mondiale, i poveri si combattono l’un l’altro in nome della religione. I potenti lo sanno, e ne sorridono, perchè hanno trovato un “nuovo” modo di sottomettere il bene comune al loro piccolo, meschino bene individuale.

È un appello a tutti i credenti di tutte le religioni del mondo, la Carta dei Diritti Umani chiede giustizia, è stanca di essere continuamente violentata, di essere tanto sostenuta con le parole quanto infangata dai fatti. Come sostiene il coraggioso oppositore algerino Said Saadi, dal momento che si proclama l’uguaglianza di tutti gli uomini senza distinzione di razza, sesso, rango sociale, orientamento politico e religioso, non servono altre parole. Servono i fatti, il concreto impegno per far rispettare questo inalienabile diritto.
Le crociate hanno già macchiato di sangue la storia dell’umanità, dobbiamo assolutamente impedire che si ripetano sotto altri simboli e altri slogan. Si unisca quindi il cristiano al musulmano, sia solidale l’uomo con la donna, si avvicinino i popoli, sia l’immigrato accolto dal residente, poiché questo è l’unico modo per evitare il peggio…e per restituire dignità ai Diritti Umani.

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