sabato 24 gennaio 2009

Valzer con Bashir



Valzer con Bashir. Pellicola assolutamente sui generis, intensa, emozionante che coniuga la funzione descrittiva di narrazione della storia, tipica del cinema militante, all’indagine psicologica degli aspetti più reconditi della psiche umana. Film che assume, se vogliamo, significati ancora più profondi, tenendo conto della sua produzione israeliana e della contemporaneità con i recenti echi di guerra in Medio Oriente.

La trama si sviluppa intorno alla ricerca personale di Ari, ex soldato che ha combattuto, sotto le insegne ebraiche, la guerra in Libano nei primi anni Ottanta. Ari ha completamente rimosso quella fase della sua vita, non ne ricorda nulla se non vaghe immagini come lontane nel tempo. Egli ha consapevolezza di aver partecipato alla guerra, di essere stato testimone e addirittura attore della sua crudezza; sa di aver visto con i suoi occhi il massacro del campo profughi di Sabra e Shatila. La sua memoria, però, non ne riserva alcuna traccia. L’incontro con un suo ex commilitone, devastato da tempo da un incubo ricorrente che trae origine da quella esperienza militare, riapre la sua mente e spinge Ari verso un necessario bisogno di “ricordare”. Inizia un lungo viaggio che lo porta a ricercare tutti i suoi ex compagni di guerra e a parlare con loro di quei giorni tragici che hanno segnato per sempre le loro coscienze. Attraverso le loro storie, i tasselli vengono pian piano rimessi insieme e riportano alla sua mente la brutalità della guerra e la disumanizzazione che essa provoca negli individui. Ari ricorda anche quella terribile e nota vicenda, che avvenne proprio sotto i suoi occhi, la strage di innocenti perpetuata a Sabra e Shatila dalle truppe falangiste cristiane. Le truppe maronite libanesi, con la completa accondiscendenza degli alleati israeliani che non mossero un dito per fermarli, nelle giornate tra il 16 e il 18 settembre 1982 entrarono nei campi profughi e massacrarono, senza alcuna pietà, centinaia e centinai di uomini, donne e bambini, colpevoli solamente di essere palestinesi. Ari era lì, a due o forse trecento metro, a vedere tutto senza potere fare nulla.

La scelta del registra Ari Folman di produrre il film con tecniche di animazione non toglie nulla alla verosimiglianza della pellicola verso la realtà. L’animazione, combinata con un sapiente utilizzo delle colonne sonore, riesce inoltre a rendere ancora più intense le suggestioni del regista, come la “love boat” piena di militari che se la spassano come matti in attesa nello sbarco oppure la danza del soldato israeliano che, sotto le gigantografie del presidente libanese Bashir Gemayel, balla il suo surreale valzer sparando a destra e a manca contro i cecchini palestinesi, appollaiati nei palazzi sovrastanti. Il finale poi è ad effetto e non lascia sicuramente indifferenti…

Valzer con Bashir, di Ari Folman
Lucky Red, 2008. Durata 90’

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