martedì 27 gennaio 2009

Un Giorno della Memoria

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.

Queste pesanti parole di Primo Levi, vittima e testimone di una delle più brutali dimostrazioni dell’intolleranza e dell’irrazionalità umana, meriterebbero di essere ricordate non un solo giorno all’anno, ma ogni singola mattina appena svegli per essere consapevoli delle responsabilità che comportano le singole azioni umane nel quotidiano. Questo oggi più che mai, quando i figli e i nipoti di quegli stessi uomini e di quelle stesse donne che hanno visto la morte nei campi di concentramento e che si sono visti ghettizzare e deumanizzare dall’irrazionalità nazista, divengono essi stessi carnefici, sostituendo muri a fili spinati e fosforo bianco al Zyclon B. L’obbligo per una civiltà che ambisce a definirsi umana non può prescindere dal ricordo quotidiano gli orrori commessi e subiti..altrimenti sempre nel mondo ci saranno una nuova Auschwitz o una nuova Gaza.

« Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario »
Primo Levi

Nessun commento: