sabato 6 settembre 2008

Riflessione di Padre Ottavio Raimondo sullo stato attuale dell' informazione

Riportiamo parte di una interessante riflessione di Padre Ottavio Raimondi sul tema dell'informazione (29 Gennaio 2008)

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INFORMATI DISINFORMATI INGANNATI

Se vivere è informarsi e conoscere, dobbiamo dire che esistono conoscenze che sono inerenti, istintive o innate. Per esempio, tutti gli esseri nascono sapendo respirare. Fin dall'inizio s'impara a mangiare e a bere… Altre conoscenze vengono apprese con il tempo e necessitano di essere elaborate. Attraverso l'informazione l'essere umano può vivere meglio e scoprire il senso della vita. Quindi se è importante vivere è altrettanto importante scoprire perché vivere. Se è importante informarsi è altrettanto importante scoprire perché informarsi. È questo il punto su cui voglio soffermarmi (...)
  1. Si parla oggi tanto di mondo globale. Ma quanto sia ingannatrice questa espressione lo si può vedere anzitutto proprio nel campo dell'informazione. Chi ha in mano l'informazione? Con quali scopi è usata? Quali effetti produce? Sono queste le domande che dobbiamo farci per capire questo nostro mondo e il suo futuro.
  2. Tutti i grandi mezzi di comunicazione sociale sono in mano al Nord del mondo; all'interno del nord del mondo, a parte qualche eccezione, sono in mano ai poteri economici. I poteri economici, poi, proprio attraverso i grandi mezzi di informazione controllano i poteri politici. Fa eccezione, si dice, il mondo di Internet: si prospetta, sempre si dice, una grande rivoluzione, proprio per la possibilità di comunicazione diretta, perfino interpersonale, che Internet consente. C'è in questo una parte di verità e va sfruttata adeguatamente. Ma bisogna anche fare attenzione alle dinamiche di Internet, perché i siti acquistano una maggiore o minore efficacia (visibilità) a seconda della potenza comunicativa di chi li istituisce... C'è una possibilità, solo in parte già utilizzata, di oscurare Internet o alcuni suoi settori... La libertà di viaggiare su Internet può diventare più apparente che reale.
  3. È democratica l'informazione? Cioè, quanto può il singolo cittadino esercitare il suo potere nei confronti dell'informazione stessa, perché sia conforme ai suoi principi o anche solo ai suoi interessi? Il potere che il cittadino ha è solo quello dell'utente: egli controlla non acquistando, non ascoltando, non vedendo. Ma in questo modo si taglia fuori dai grandi flussi informativi: diventa "analfabeta". E lascia campo libero ai "bene informati". Detto in altri termini: non c'è alternativa alla creazione di mezzi di contro-informazione. Quali sono? Dove sono? Chi li mette in campo?
  4. Con quali scopi è usata l'informazione? A scopi di potere, di arricchimento, di piacere. Quasi mai l'informazione persegue lo scopo suo proprio, che sarebbe quello di mettere in grado ogni persona di decidere sulla base dei fatti, delle "cose" che sa. Sempre più noi decidiamo non in base a quello che "é", ma in base a quello che crediamo essere. In questo senso siamo più "ingannati". Tanto più siamo ingannati quante meno sono le fonti informative: pensiamo che tutta l'informazione della carta stampate e delle televisioni dipende da quattro o cinque agenzie del Nord del mondo. Il ruolo dei piccoli "informatori" diventa sempre più difficile, come avremo occasione di verificare (vedi la MISNA).
  5. Quali effetti produce l'attuale "sistema" informativo?
    1. Anzitutto un effetto di restringimento del mondo: è reale solo ciò che è comunicato. Quindi, gran parte del reale (vedi i 4 o 5 miliardi di poveri del mondo; vedi le guerre nascoste; vedi i Paesi cancellati – come la Somalia, la Cecenia, .....) viene reso invisibile. Praticamente non esiste al di fuori... degli occhi di Dio (per fortuna, Dio guarda quasi solo quella parte lì del mondo!).
    2. Un secondo effetto è l'effetto imperialistico: si crea una parte dominante, collegata a livello mondiale, che si impone al tutto. Quello che padre Zanotelli chiama "l'impero" non sarebbe possibile senza l'attuale sistema di informazione. Questo ne è non soltanto una parte, ma una base.
    3. Un terzo effetto è il monolitismo culturale. Vengono distrutte le differenze, proprio perché esprimono una libertà di modelli di pensiero e di comportamento. L'uniformità, sotto l'apparente interesse folcloristico per i costumi dei popoli, è uno degli effetti più evidenti dell'attuale modo di informare.
    4. Un quarto effetto, il più distruttivo a mio avviso, è quello dell'appiattimento mentale; ed è ottenuto tramite il consumismo informativo. Tante informazioni che si susseguono a ritmi impressionante finiscono per rendere tutto irrilevante, per cui occorre sempre più "sensazionalismo"... Non si lascia tempo di assimilare gli stimoli e di rielaborarli secondo una propria visione delle cose. Tutto è presto emotivamente assimilato ed emotivamente espulso, per lasciare spazio ad altre "sensazioni".
A questo punto, occorrerebbe dire che cosa dobbiamo e possiamo fare, a livello di base. Si dice, abitualmente: sviluppare un'attitudine critica. Ma non basta! Recenti ricerche hanno accertato che leggendo un giornale per tre anni consecutivi si finisce per assimilare il "pensiero" di quel giornale, anche da parte di chi si crede criticamente ben attrezzato...Qualche cosa il mondo missionario cerca di fare anche qui: Riviste missionarie, EMI, MISNA, ec. sono piccoli esempi.

Occorre dunque arrivare ad un nuovo stile di vita non solo nei consumi, ma anche nel campo dell'informazione:

  • prenditi cura della tua informazione;
  • preferisci il piccolo (dove ci sono meno interessi economici e quindi meno distorsioni);
  • ritrova la lentezza dell'informazione: in un'era di continua informazione (giornali su internet) non si capisce più niente e si crea ansia. Riprendi un libro, un mensile… guarda le cose un po' più dall'alto e le vedrai meglio;
  • cerca un'informazione socializzata: con altri, discuti, confrontati, scambia articoli...
  • valorizza l'informazione "dei volti", che riparta dalle persone e dalle loro storie;
  • forma reti informative alternative, capaci di ribattere – direi punto per punto – alle informazioni distorte, alle notizie costruite. Impresa difficile, ma non impossibile con esempi eccezionali proprio nel Sud del mondo;
  • fa spazio alla stampa missionaria: alle riviste, all'EMI (www.emi.it), alla MISNA (www.misna.org);
  • dai vita a una sala libri e riviste, a un gruppo che seleziona notizie…
  • non dimenticare che il servizio del telegiornale è solo l'imput...
  • dà spazio all'informazione non solo sul Sud del mondo ma dal Sud del mondo.
Cristianamente parlando, una informazione corretta fa parte delle virtù della vigilanza, una delle virtù fondamentali nella prospettiva evangelica del Regno di Dio. Solo con una informazione corretta, che avrai solo se tu lo vuoi, passerai dalla competitività alla convivialità; dal profitto al dono; dal possesso all'uso e sarai una persona libera (...)


Di Padre Ottavio Raimondo, guarda nel blog anche l'intervista di Antonio Caterino.



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