giovedì 3 luglio 2008

Dubbi atomici

Sabrina Morandi da Liberazione.it

Ci risiamo. Dopo Veronesi ora ci si mette anche Brunetta a confezionare la sua personale e fantasiosa versione di programma nucleare: basta costruire 50 centrali in Europa utilizzando come garanzia l'oro delle Banche centrali, ed è risolto il problema del caro petrolio e dell'energia. Non stupisce che il ministro della Funzione pubblica non abbia alcuna idea dei tempi di costruzione di un reattore (né della funzione delle scorte di oro, evidentemente) quanto che una questione così tecnica sia diventata il territorio dove esercitare le più spericolate fantasie da parte di ogni personaggio pubblico. Il fatto che esperti e Nobel per la fisica come Carlo Rubbia abbiano da tempo bocciato la scelta nucleare evidentemente non riesce ad inibire l'ansia di protagonismo degli auto-didatti dell'energia.
Dal referendum che ha messo fuori gioco il programma nucleare italiano sono passati vent'anni. Vent'anni di articoli, resoconti e cronache per analizzare a fondo una scelta condivisa da molti paesi europei, e non solo per la paura dell'incidente sempre in agguato. Vent'anni di articoli obbligatoriamente noiosi per dare conto del problema sotto tutti i suoi aspetti, prima di tutto quello economico. Vent'anni di numeri senza nemmeno una smentita, a dimostrazione del fatto che l'atomo è davvero la scelta più costosa in assoluto, anche senza mettere in conto tutti i disastri normalmente pagati dalla collettività, come ad esempio l'irrisolto problema della gestione delle scorie: le poche prodotte nella breve stagione nucleare italiana ancora viaggiano per il belpaese mentre oggi si scopre che gli scarti radioattivi ospedalieri (meno consistenti ma altrettanto pericolosi) vengono tranquillamente buttati nei cassonetti. Poi ci si sono messi pure gli americani - per la precisione l'US Army - con la stima della durata delle restanti scorte di uranio: ancora venti o trent'anni al ritmo di consumo attuale, e poi ti saluto.
Alla fine si finisce con lo scrivere sempre lo stesso articolo che, numeri a parte, dice sempre la stessa cosa: il nucleare è pericoloso, di forte impatto ambientale (le scorie) estremamente costoso e, comunque, di breve durata visto che il problema dell'esaurimento non riguarda solo il petrolio.

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