martedì 30 marzo 2010

"Poesia della roccia è un solido basamento instabile?" di Pablos Parigi

Zeus

L’uomo nasce bambino
Cresce ormai lentamente protetto
dai procreatori, sotto un tetto
e non vuole affrontare il destino
esso è un percorso un po’ scritto
assai da scrivere, se sai credere
che tu potrai ogni istante incidere
sulla roccia quel che di più ti piace
come Ettore e lo scaltro Aiace
nella disfatta non hanno temuto
hanno lottato, negli Dei han creduto
oggi i loro nomi evocano un rapace
pur son poemi da tempo vergati
forse per la tua troppo svelta
memoria, mostrano valori, costosa scelta
comoda via, i guadagni non sudati.

La Rocca, custode di un’identità
Si sta sfaldando sull’autostrada del fatuo
lasciando una lucente cometa di vacuo
destinata a spegnersi, senza possibilità
nell’oblio più profondo delle tua amenità?

Non illuderti non sei più solo,incosciente
Rimane come urlo rumoroso e petulante
più di un poeta disilluso a evocare la profondità.


S.G.B., lì 28 gennaio 2010. Ispirata da un illustre maestro spoletino.

4 commenti:

k ha detto...

Troppo avanti, il vecchio Pablos.
Com'è che nonostante la distanza conserviamo un certo sentire comune?

Pablos Parigi ha detto...

Beh...il vecchio è vecchio anagraficamente, ma è ancora molto giovane e ogni giorno ringiovanisce, ogni parola, ogni poesia, come fossero nuovo pagine di un libro infinito, che non si finisce mai di scrivere. Riguardo al sentire, chi non è stufo di vedere la società e gli uomini auto-annichilirsi ed annientarsi in modo volontario elezione dopo elezione, stagione dopo stagione, sentenza dopo sentenza? Noi possiamo soltanto andare controcorrente questo muro di pecore senza testa...non c'è nessuno che ci sostiene..siamo soltanto noi stessi con il nostro debole corpo. Andiamo avanti con FORZA!! Grazie MILLE K

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
jacopo ha detto...

Bella la poesia, ma chi è il Maestro Spoletino???

Ci sono maestri a Spoleto?? :-)

Da NotitiAE il link:
http://notitiae.wordpress.com