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I recenti provvedimenti presi dal governo Berlusconi sulla scuola e sull’università hanno dato vita ad un dibattito molto acceso sullo stato della formazione educativa in Italia. I pacchetti legge emanati dal Ministro Mariastella Gelmini hanno incontrato l’opposizione di ampi strati della società civile che hanno visto nella "riforma" un serio tentativo di smantellamento del sistema dell’ istruzione del nostro paese. La protesta ha avuto il suo picco nel periodo di ottobre-novembre con la grande manifestazione del 30 ottobre a Roma e con la nascita dei movimenti spontanei nelle università che hanno costituito il motore propulsore della cosiddetta “Onda Studentesca”. Tuttavia questa fase di protesta sembra oggi essersi notevolmente allentata, sebbene le decisioni prese dal governo continuino a creare molta preoccupazione per il futuro delle nuove generazioni.
È in questo contesto che alcuni giovani di Bastia (e dei comuni limitrofi) hanno deciso di mettere insieme le proprie forze per mantenere viva nel territorio l’attenzione sulle possibili conseguenze delle leggi Gelmini. Il progetto, portato avanti dalle locali sezioni giovanili del Partito Democratico, dell’Italia dei Valori e dei Giovani Comunisti Italiani e dal gruppo senza riferimenti politici Socialmente Giovani, ha visto la partecipazione di circa una ventina di ragazzi che, pur provenendo da orientamenti culturali diversi, hanno manifestato una comune contrarietà verso le decisioni del governo in materia di istruzione. Dopo un’iniziale fase di studio e di approfondimento personale, il gruppo ha dato vita ad una serie di iniziative nel comprensorio assisiate - bastiolo.
Nel mese di febbraio abbiamo organizzato, presso la Sala della Consulta del Comune di Bastia, l’ incontro-dibattito “Cambiare l’Università: ma come?”, con la partecipazione di rappresentanti dei docenti e degli studenti dell’Università di Perugia. Gli ospiti invitati, il prof. Roberto de Romanis della facoltà di lettere, il dottor Fabio Trippetta dell’Associazione Precari della Ricerca, Leonardo Esposito dell’ Associazione Studentesca Udu e Gionata Gatticchi dei Giovani Democratici, hanno fornito una serie di spunti di riflessione che sono stati poi ripresi nella vivace discussione tenutasi con il pubblico presente. Sono stati toccati molti dei punti di vertenzialità dell’Università italiana, dal problema storico del baronato, alla precarizzazione delle condizioni di lavoro dei ricercatori, al deterioramento dell’offerta didattica che viene presentata agli studenti. Condivisa dall’assemblea è stata la critica alla legge Gelmini e ai suoi aspetti più contestati, quali la possibilità di trasformare le Università in fondazioni di diritto privato, il blocco dei turnover per il personale docente o la controversa distinzione tra atenei virtuosi e non virtuosi.
Successivamente il nostro gruppo è stato invitato a partecipare alle assemblee degli studenti presso due istituti superiori di Assisi, il Liceo Classico Sesto Properzio e il Liceo Scientifico annesso al Convitto Nazionale Principe di Napoli. Nelle due assemblee, abbiamo illustrato ai giovani presenti in che modo si dovrebbe articolare la riforma, addentrandoci anche nella spiegazione dei meccanismi tecnici. Con loro abbiamo discusso e dibattuto alcuni dei punti di maggior rilievo della legge Gelmini sulla scuola dell’obbligo, dal taglio del personale scolastico, alla questione del maestro unico, all’innalzamento del numero medio degli studenti per classe fino alla ridefinizione dei curricula e del monte orario previsto per gli istituti superiori. Abbiamo poi spiegato le novità previste per l’Università, a cui la maggiorparte di loro accederà tra pochi anni. Su esplicita richiesta, abbiano infine parlato anche della mozione Cota, relativa alla creazione delle cosiddette “classi ponte” per gli studenti di origine straniera.
Questa serie di iniziative ha dimostrato che i giovani del territorio possono portare avanti interessanti progetti di natura sociale e culturale. Il nostro gruppo, che continuerà ad occuparsi dei problemi della scuola e della formazione, intende tuttavia allargare il raggio della propria azione proponendo iniziative anche su nuove tematiche. In questo contesto, è nostra intenzione coinvolgere nelle attività altri ragazzi della zona. La gioventù di oggi è spesso accusata di essere passiva e disinteressata verso le grandi questioni e le grandi sfide dei nostri giorni. Sta a noi giovani smentire chi ci vede così, è tempo però di reagire e di rimboccarci le maniche!
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