lunedì 6 ottobre 2008

Nobel a Luc Montagnier: ovvero come mettervi una pulce sull’orecchio…


Luc Montagnier e Peter Duesberg

6 ottobre 2008. I dispacci giornalistici di tutto il mondo annunciano l’assegnazione del premio Nobel per la medicina ─ in coabitazione con i medici europei Françoise Barré-Sinoussi e Harald Zur Hausen ─ al professore francese Luc Montagnier. Nel sito internet della Nobel Foundation di Stoccolma, si legge che Montagnier ha ricevuto l’ambito riconoscimento per la sua scoperta del virus dell’immunodeficienza umana (a tutti noto, più semplicemente, come virus dell’ HIV). Tale scoperta risale in realtà al 1983, anno in cui ─ come riferisce Repubblica ─ il medico francese [isolò] il virus che causa l'Aids, identificandone la produzione nei linfociti prelevati nei linfonodi di pazienti nei quali l'infezione era all'esordio e nel sangue di pazienti agli ultimi stadi della malattia. Una scoperta definita dal comitato per il Nobel "essenziale per la conoscenza attuale della biologia di questa malattia e per il suo trattamento anti-retrovirale”. Un risultato che finalmente trova la giusta celebrazione, tenendo conto anche della tragica portata dell’HIV/AIDS, il flagello del ventesimo secolo. Tutti oramai sappiamo che l’AIDS è una malattia di origine virale che si trasmette soprattutto per via sessuale; tutti inorridiamo nel leggere le cifre sconvolgenti che parlano di circa di due milioni di morti all’anno nel pianeta; tutti cerchiamo di ricorrere alle giuste precauzioni per evitare il contagio della malattia.

Queste constatazioni vengono al giorno d’oggi considerate talmente ovvie che nessuno pensa più di metterle in discussione. E molti di voi penseranno sicuramente che mi sono bevuto il cervello quando leggeranno le cose che mi accingo a scrivere. Eppure esistono da tempo, a livello internazionale, correnti di pensiero all’interno dell’ambiente medico che osano affermare ciò che non può essere affermato. Ciò che tali movimenti sostanzialmente dicono è sconvolgente, pazzesco, incredibile: l’AIDS non è una malattia causata dal [retro]-virus dell’HIV.

Come ci ricorda Wikipedia (che nella sezione italiana assume una posizione molto scettica nei confronti nelle teorie non ufficiali), di opinioni dissidenti ne esistono in realtà diverse e non necessariamente sono in accordo tra di loro. Alcuni sostengono che l’HIV non esiste nemmeno, altri ne ammettono l’esistenza ma ne affermano l’innocuità, altri ancora pensano che ’HIV sia solo uno dei fattori di concausa che originano la malattia. In questo articolo non voglio e non posso (per mancanza di tempo e di competenza) esporre quelle che sono le ragioni del movimento dissidente. Se volete approfondire, potete fare delle ricerche su internet e di materiale ne troverete a bizzeffe (per un’occhiata veloce, guardatevi www.disinformazione.it Per avere una visione più completa, potete invece accedere sul sito dell’Associazione Oikos ). E se siete proprio motivati, andatevi a leggere il manualino tascabile di 500 e rotte pagine “AIDS. Il virus inventato” di Peter H. Duesberg, autore di riferimento tra coloro che si oppongono alla versione ufficiale. Un libro che quando lo lessi ─ circa un tre anni fa ─ mi lasciò letteralmente di stucco…

Alla luce di questo materiale, non posso negare di avere oggi molti dubbi sulla quella che una volta era per il sottoscritto una certezza granitica. Ripeto, non sono un esperto e non ho strumenti per dare una valutazione rigorosa su una tematica così delicata. Quello che però ho assodato con ragionevole certezza è che è la teoria ufficiale ─ sia essa nel giusto o nel torto ─ ha finito per sbaragliare le voci dissidenti, con il risultato che non è stato mai fatto un dibattito serio sull’origine della malattia. L’ambiente medico ─ praticamente quasi nella sua interezza ─ avrebbe accettato acriticamente l’assunto (ritenuto assolutamente privo di fondamento da figure di prestigio come il premio Nobel per la medicina K.B.Mullis) che l’Aids è provocato dall’HIV. La mia memoria è labile ma a che io ricordi, non ho mai trovato articoli di giornale o assistito a trasmissioni televisive che si occupassero di ipotesi alternative a quella virale. Nel suo libro, Duesberg racconta di essere stato isolato ─ per le sue critiche all’establishment pro HIV ─ dalla comunità scientifica americana e di essere stato tagliato dai fondi per la ricerca, nonostante il suo prestigio nel campo della Biologia molecolare e cellulare. Il presidente sudafricano Thabo Mbeki venne duramente attaccato quando nel 2000 inserì alcuni esponenti del gruppo dissidente tra i componenti di una commissione tecnica sull'AIDS.

Fatti questi che fanno sicuramente riflettere, su una comunità scientifica che l’immaginario collettivo vede agire coesa in un’ottica di salvaguardia dell’interesse comune. Nel sostenere la fallacità della teoria AIDS/HIV, Duesberg e soci denunciano invece i meccanismi di corruzione del sistema che la ha perpetrata. In primis naturalmente troviamo il grande giro di affari delle multinazionali farmaceutiche che, nell’ ipotesi virale dell’AIDS, hanno sguazzato ottenendo ancora una volta, con i farmaci e i test HIV, giganteschi profitti. Molti dissidenti sottolineano però il grave clima di complicità dell’ambiente medico-scientifico, il quale ha sempre avvallato una teoria che permette un facile accesso ai finanziamenti pubblici e privati e la possibilità di ottenere cariche di prestigio. Al contempo, chiunque si sia opposto alla versione dei fatti ufficiali è stato invece emarginato, deriso, isolato…

Finisco questo post, segnalandovi un ultimo articolo (“L’incredibile AIDS” di Gian Paolo Vallati) che ho trovato mentre ricercavo dei dati sul volume d’affari dell’industria dell’AIDS (la quale sembra che negli ultimi anni abbia smosso un qualcosa come 100 milioni di dollari nei soli Stati Uniti). Sebbene molto esplicito, mi sembra un buon documento di controinformazione in cui sono ben sintetizzate le posizioni del movimento dissidente. Buona lettura!


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