domenica 7 settembre 2008

ABBRACCIANDO L'INFEDELE - Behzad Yaghmaian-


“La guardia di frontiera alla stazione ferroviaria sapeva quel po’ di inglese che bastava per esigere una bustarella. Se volevo risalire sul treno e attraversare il confine tra la Turchia e la Grecia, avrei dovuto pagare.” Queste sono le prime parole di Behzad Yaghmaian, professore di Economia al Ramapo College, nel New Jersey. Il suo passaporto iraniano gli impediva di fare una “scappatella” ad Atene per visitarne i monumenti, come un qualunque turista europeo o americano. Behzad vive negli Stati Uniti, ha una vita agiata e una condizione sociale rispettata. Eppure le sue origini fanno sì che una guardia ferroviaria si senta legittimata ad estorcergli una bustarella in cambio di un viaggio in treno per Atene.
Behzad riceverà in seguito un passaporto statunitense. Avrà così accesso ad una maggiore libertà di movimento, e sfrutterà questa libertà per ripercorrere le tracce dei migranti che, per motivi diversi, si ritrovano tutti sulla stessa strada pericolosa e accidentata che porta in Occidente.
La sua intenzione è quella di raccogliere testimonianze di uomini e donne in fuga, indagare sulla causa della loro partenza, salvare le loro storie dall’anonimato. Quello che ne viene è un libro prezioso, sopratutto grazie alla lucidità di Behzad, che con naturalezza e determinazione entra a far parte del mondo dei migranti, vivendo con loro, stringendo solide amicizie e tutta una rete di contatti che lo porteranno a conoscere le storie di molte persone costrette a lasciare la propria patria per cercare un’altra casa da qualche altra parte nel mondo.
Con una macchina fotografica e un registratore, Behzad comincia la sua ricerca di storie da Istanbul, punto di partenza per molti uomini e donne provenienti dal Medio Oriente e dall’Africa, che da lì scelgono le tappe successive del loro esodo e si organizzano per proseguire. Seguendo le tracce dei migranti, Behzad andrà ad Edirne (città turca al confine con l’Unione Europea), Sofia, Atene, Patrasso, Parigi, Calais e Londra… diventerà confidente e amico di molti migranti, incontrerà molte persone disposte ad aiutarlo nella sua ricerca e vivrà a contatto con la realtà di coloro che vivono in viaggio, nella speranza di raggiungere un posto sicuro e tranquillo dove farsi una vera vita.
Behzad incontrerà il cammino di militanti curdi fuggiti dall’Iraq durante la persecuzione di Saddam Hussein, afgani scappati dai talebani, dai vari signori della guerra o dalla truppa d’occupazione statunitense. Iraniani fuggiti dalla Repubblica Islamica, donne che cercano in Europa di farsi una vita lontana dall’estremismo religioso e dai suoi dettami, uomini che fuggono in cerca di lavoro, giovani che partono alla ricerca di nuove opportunità o che semplicemente scappano dalla disperazione e dalla droga, angolani che fuggono dalla povertà che ha seguito la guerra civile, madri e padri che cercano di mettere al riparo i propri figli dalla violenza. Durante il cammino sono molti quelli che si perdono, che si stabiliscono in un paese vivendo in clandestinità, che si guadagnano da vivere lavorando in nero, diventando venditori ambulanti o in caso di estrema necessità, mendicanti. Altri proseguono il viaggio, confrontandosi con i trafficanti di uomini, con la violenza della polizia, con i centri di detenzione, con il rischio di attraversare di nascosto il mare o le montagne. Quasi tutti provano prima a chiedere l’asilo, ma la lentezza della burocrazia e l’altissimo numero di domande di asilo respinte spingono la maggior parte a proseguire il viaggio in Europa da clandestini. Altri ancora cadono nel baratro della droga, diventando piccoli spacciatori o tossicodipendenti. Tutti hanno in comune il fatto di cercare qualcosa e di lottare per ottenere un po’ di rispetto e di dignità.
Un libro sincero, privo di ogni retorica, che va dritto al punto e che colpisce con forza i pregiudizi snodandosi in un intricato mondo clandestino di cui si sa poco e di cui si sparla troppo.

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