domenica 6 luglio 2008

Tir carichi di rifiuti pericolosi sulle strade dell'Irpinia

di Antonella Palermo da Liberazione 06/07/2008

Napoli - Due provenivano da Foggia, l'altro da Caserta. Direzione irpinia. Nei cassoni c'era materiale ferroso, rottami inquinanti, radiatori, scarti di rame e diverse batterie di automezzi esauste, eternit e residui bituminosi. Centocinquanta quintali di rifiuti pericolosi che dovevano presumibilmente essere scaricati in una zona compresa tra i comuni di Torella e Castelfranci e che sono stati bloccati e sequestrati dai carabinieri. I pesanti automezzi viaggiavano sulla strada statale Vecchia Ofantina: è questa la strada preferita dai conducenti dei tir che trasportano rifiuti speciali. L'altra strada, la Nuova Ofantina, ormai non la fa quasi più nessuno, colpa dei troppi presidi dei carabinieri che da mesi eseguono controlli a tappeto. Solo che stavolta i carabinieri si sono appostati anche sulla Vecchia Ofantina. Gli autisti, quattro originari di Cerignola, nel foggiano, e due della provincia di Caserta, sono stati denunciati per trasporto illecito di rifiuti e per l'attività di recupero, smaltimento e commercio di rifiuti senza le prescritte autorizzazioni.
L'emergenza rifiuti continua a viaggiare su e giù per la Campania. Passa anche per le aule di tribunale. La Procura di Napoli ha chiuso l'inchiesta sulla gestione del Commissariato per l'emergenza rifiuti in Campania, un atto che fa presagire una probabile richiesta di rinvio a giudizio. Ventinove gli indagati, tra cui anche il prefetto di Napoli Alessandro Pansa e l'ex commissario per l'emergenza rifiuti, Corrado Catenacci, vertici del commissariato e rappresentanti del gruppo Impregilo. L'inchiesta, firmata dai pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo è un secondo troncone dell'indagine che ha già portato a giudizio anche il presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, nella sua qualità di ex commissario dell'emergenza rifiuti in Campania. "Rompiballe", il nome dell'inchiesta che racconta di finte ecoballe spaccottate e maciullate per poter essere confuse con rifiuti da sversare in discariche. I reati vanno dal falso ideologico alla truffa ai danni dello Stato, al traffico illecito di rifiuti.
Intanto, buone notizie arrivano dalla città del Vesuvio dove, finalmente, si comincia a fare amicizia con la raccolta differenziata. Istituzioni, ma anche comitati civici, protezione civile e movimenti di disoccupati hanno dato vita a una serie di iniziative per sensibilizzare i cittadini napoletani sul tema. La prima fase della raccolta porta a porta è partita ieri sera ad opera dei dipendenti dell'Asia. Nei giorni scorsi è stata effettuata la distribuzione domiciliare del kit per il porta a porta e dei bidoncini carrellati condominiali. Nel quartiere Sanità invece, da due giorni, gli eurodisoccupati napoletani stanno consegnando ai cittadini materiale informativo e sacchetti colorati. A breve, per fronteggiare l'emergenza saranno pronti anche gli 850 addetti della protezione civile, 350 volontati e 500 dipendenti pubblici, che hanno frequentato i corsi di formazione sulla raccolta differenziata, organizzati della Scuola regionale di Protezione civile, diretta dal generale Francesco Bianco, d'intesa con la facoltà di Scienze Ambientali della II Università di Napoli.
Guido Bertolaso, ex commissario ed ora sottosegretario ai rifiuti, è ottimista. Dal suo ufficio stampa hanno fatto sapere che l'ambizioso piano per portare la Campania fuori dall'emergenza è a buon punto. Merito anche dello spirito di collaborazione tra istituzioni, spiegano. Una garanzia anche per le Regioni che hanno offerto asilo politico ai rifiuti campani. Ora però, ha pure ricordato Bertolaso, dobbiamo fare i termovalorizzatori. Quello di Acerra, quello di Salerno, quello di Santa Maria la Fossa (in provincia di Caserta) e quello di Napoli. Ad Agnano, però, non lo vogliono. La giunta comunale guidata da Rosetta Iervolino, invece, sì. Rifondazione Comunista ha chiesto che la delibera di giunta venga ritirata e che «l'assurdo ricatto del decreto 90/08 del Governo Berlusconi vada rispedito al mittente». La scelta di Agnano viene contestata in quanto «area sismica, soggetta a vincolo paesaggistico a ridosso dell'Oasi naturalistica degli Astroni. A questo - prosegue la segreteria provinciale del Prc - si aggiunge un ulteriore minaccia data dal fatto che la realizzazione dell'inceneritore comporterebbe una svalutazione dei suoli di Bagnoli che consentirebbe, non certo la diminuzione dei fitti per i residenti, bensì un affare per i palazzinari che acquisterebbero i suoli a prezzi stracciati».
D'altra parte, «l'emergenza e la gestione ordinaria dei rifiuti - sostiene Rifondazione - non possono trovare soluzione solo nell'individuazione degli impianti di smaltimento, discariche e termovalorizzatori. Gli spazi disponibili e tecnicamente adatti restano pochissimi, mentre scelte sbagliate come quella di Chiaiano creano rischi che la popolazione non può più sopportare».

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