venerdì 12 febbraio 2010

Maria, una poesia di Giampaolo Bellucci

Secondo appuntamento con le poesie Giampaolo Bellucci. In questo articolo pubblichiamo "Maria", un componimento successivamente trasformato anche in canzone dedicato ad un viados milanese. Segue infine un post scriptum dall'autore stesso, con la spiegazione di come è nata la poesia e con un'interessante riflessione sui valori d'umanità che ogni persona è in grado di portare.

Maria è un travestito
Che ha gettato i suoi pantaloni
Ha indossato
le sue convinzioni
E si è fatta un nuovo vestito
Vivere non è facile
In questa strana società
Essere quel che si è
E sostenere la propria realtà
E la falsa moralità
Di chi solo di giorno l’addita
E poi
E poi
E poi
e poi di notte ci va
Questa è l’ipocrisia
Di chi ama ma odia Maria
Maria ha troncato con il passato
Ha gettato quel corpo
che non ha mai amato
vestita di coraggio
è scappata da un retaggio
che imprigionava anima testa e cuore
ha gettato al vento il suo dolore
vivere non è facile
in questa falsa società
nella falsa moralità
di chi solo di giorno l’addita
e poi
e poi
e poi
poi di notte ci va
Maria non è solo una mia poesia
Ma chissà quante Maria
Per le strade di ogni città
Tra i misteri e difficoltà
fra le righe della società
E nella falsa moralità
Di chi solo di giorno l’addita
E poi di notte ci va
Fra le righe della società
E nella falsa moralità
Di chi solo di giorno l’addita
Di chi solo di giorno l’addita
E poi di notte ci va
E poi di notte ci va


Tratta dal libro"Il Treno Dei Pensieri"
di G.Paolo Bellucci

Maria nasce come poesia e poi diventa canzone.
Circa 20 anni fa lavoravo e vivevo a Milano.
Una sera i miei amici milanesi
mi fecero uno scherzo.
Mi dissero di andare con loro in
una via frequentata da bellissime prostitute.
Quando arrivammo vidi veramente delle bellissime donne,
ma non si trattava di donne,ma di viados..
Questo lo capii solo dopo, quando mi trovai a parlare,
con quella che nella poesia si chiama Maria.
Mi ritrovai lì da solo, perché i miei amici con una scusa
mi avevano fatto scendere dalla macchina e poi si erano
allontanati lasciandomi li …
Avevo paura, all'epoca avevo una mentalità chiusa,
rigida, ottusa e tutto ciò che non conoscevo ,per me era diverso e la diversità
mi spaventava..
Di certo ero molto diverso da come sono ora.
Ora ho una mentalità elastica aperta a tutto.
Ho capito che le diversità ci arricchiscono e che ogni uomo
può insegnarci qualche cosa…
Ho imparato
Che non importa la sessualità delle persone,
che non importa il colore della pelle,
o la religione
se sono ricchi o poveri
belli o brutti,
famosi o sconosciuti…
La cosa importante è che siano uomini e
ogni uomo è diverso dall'altro.
Ogni uomo ha la sua vita,
le sue idee,
il suo carattere
i suoi casini,
i suoi segreti
i suoi vizi,
le sue virtù,
i suoi pregi,
i suoi difetti,
i suoi limiti
e da ogni uomo possiamo imparare
qualche cosa.
Questa persona,totalmente diversa da me,
mi raccontò il suo mondo .Un mondo sommerso,
che io non conoscevo affatto,
dal quale ero distante anni luce.
Mi raccontò cose, che ora ,con il caso Marrazzo,
fanno scalpore..Ma le cose già stavano così venti anni fa
e probabilmente anche molto prima..
L'incontro con questo viados,mi fece pensare molto,mi fece riflettere,
mi fece ragionare.
Mi fece capire cose, che non avrei mai capito se non l'avessi incontrato.
Mi fece abbattere le barriere del pregiudizio ,dettate dalla paura del diverso,
e mi arricchì molto a livello umano..
Parlammo una mezz'oretta..
Poi arrivarono i miei amici che ridevano come pazzi.
Mi videro lì,ancora in piedi lungo la strada in compagnia di Maria..
Ma io non ridevo affatto,ero serio,molto serio .
Maria mi aveva raccontato la sua vita.
Descritto il suo mondo,
e la sua storia mi era rimasta incisa nell'anima.
Le sue parole mi echeggiavano ancora nella testa
e mi impregnavano la mente.
Sentivo i suoi discorsi, la sua rabbia,il suo sdegno,
tanto da non poter fare a meno di scrivere e dedicarle
i versi della poesia
che avete appena letto..

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