martedì 24 giugno 2008

La Fiat apre in Serbia

dal Sole24ore

L’Est europeo sta diventando sempre più l’Eldorado per i costruttori automobilistici: a distanza di pochissimi giorni dall’annuncio del nuovo stabilimento ungherese di Mercedes arriva la notizia che vuole Fiat “in trasloco” da Termini Imerese.

Meta, la Serbia, precisamente Kragujevac e le sue strutture produttive della Zastava. Motivo, la saturazione delle linee di Tychy in seguito al successo della 500 e la necessità impellente di dislocare altrove la produzione della futura piccola di casa.

Troppo lunghi i tempi della burocrazia italiana per un ampliamento di Termini Imerese, secondo Sergio Marchionne. Il quale ha dunque scommesso sulla Serbia. Ecco tutti i dettagli del memorandum d’intesa.

Fiat dovrebbe assumere circa 2000 persone nella joint venture con Zastava, di cui Torino avrà il 70% del capitale. L’investimento sarà di 700 milioni di euro ripartiti fra i due partner, per una capacità produttiva prevista di 300.000 unità l’anno.

Gli uomini del Lingotto sono già a Kragujevac a studiare l’azienda in dettaglio, e il contratto definitivo dovrebbe essere firmato già nei prossimi mesi: Fiat vuole accorciare i tempi ed avviare la produzione della piccola al massimo all’inizio del 2010. La comunanza di interessi è stata naturalmente “cementata” da una serie di aiuti e da un vantaggio che resta incolmabile per quanto riguarda il costo della manodopera.

Le autorità serbe forniranno incentivi per un centinaio di milioni di euro tra contributi diretti (si parla di 3000-5000 euro per ogni assunto), esenzioni fiscali -verrà creata una zona franca valida anche per i subfornitori, dove potranno essere importati materie prime e semilavorati senza dazi- e altre agevolazioni. La città, per esempio, concederà gratuitamente i terreni per gli eventuali ampliamenti.

Tutti questi incentivi non basterebbero senza il consistente differenziale nel costo del lavoro. La paga media netta dell’operaio serbo arriva a 300 euro al mese, e il lordo per l’azienda a 450 (circa 3 euro l’ora). Kragujevac inoltre è logisticamente in una posizione non più sfavorevole di Termini Imerese: per via stradale, per esempio, è più vicina a Milano (1162 chilometri contro i 1435 dall’impianto siciliano) e vanta inoltre una lunga tradizione industriale, dato che la prima fabbrica risale al 1853.

Il tasso di disoccupazione del 30%, l’anzianità degli attuali dipendenti, la presenza di una popolazione universitaria di 16.000 giovani, con tanto di facoltà di meccanica, sono le restanti condizioni che rendono tanto appetibile questa cittadina slava.

Per Fiat, oltre alla terza base produttiva a basso costo (dopo Polonia e Turchia), c’è anche la grande opportunità del mercato russo in pieno boom. E la Serbia è l’unico Paese fuori dall’ex-Urss ad avere un accordo di libero scambio con la Russia, in base al quale -per esempio- Zastava rifornisce già di componenti esenti da dazi, la AvtoVaz.

L’accordo non copre per ora le auto intere ma il governo serbo sta negoziando per la sua estensione. Potrebbe diventare Zastava il marchio low-cost del gruppo Fiat? Le premesse ci sono già tutte, come sembra testimoniare lo striscione dedicato alla casa torinese.


Nessun commento: