giovedì 12 giugno 2008

Sbilancio partecipativo

In questi giorni l’amministrazione comunale di Bastia ha lanciato un’iniziativa che merita di essere analizzata: il bilancio partecipativo. Questo meccanismo contribuisce al rafforzamento della partecipazione diretta dei cittadini alla vita della propria comunità, consentendo loro da un lato di contribuire all’individuazione di progetti e priorità su cui lavorare per il futuro, dall’altro di responsabilizzarli, nel loro aspetto di contribuenti, nella gestione e nella destinazione dei propri tributi. Il bilancio rappresentativo rappresenta quindi una forma alta di democrazia, che ben si sposa con altri principi amministrativi promossi dall’Unione Europea quali la governance e la sussidiarietà, entrambi finalizzati ad un coinvolgimento attivo del cittadino e della comunità.
La semplice attivazione di questo strumento non è però un elemento sufficiente pervalutarlo positivamente. E’ necessario analizzare alcuni aspetti fondamentali, porsi le giuste domande, e trarne quindi le dovute conseguenze.
Il bilancio partecipativo, qui inteso come mezzo da parte del cittadino per proporre una propria idea, un proprio progetto per la città, ha un senso logico nel momento in cui viene attivato nella fase iniziale del mandato amministrativo, così da permettere da un lato al cittadino di vedere i possibili frutti dei suoi suggerimenti, dall’altro all’amministratore/politico di “deresponsabilizzarsi” e di responsabilizzare i cittadini stessi nell’elaborazione del giudizio di governo a fine mandato. Che senso ha dunque attivare il bilancio partecipativo quando l’amministrazione è a fine mandato (le elezioni ci saranno nel 2009) e soprattutto quando il bilancio per il 2008 è già stato approvato? Che senso ha far elaborare progetti ai cittadini se poi c’è il serio rischio che non siano nemmeno posti in essere?
Il bilancio partecipativo, qui invece letteralmente inteso nel senso di partecipazione, è tale se prevede il coinvolgimento della comunità intera. Che senso ha quindi un bilancio partecipativo che esclude dalla partecipazione i partiti di opposizione (dopo tra l’altro che lo avevano proposto diverse volte), espressione comunque della collettività?
Ed infine, last but not least, il bilancio partecipativo dovrebbe essere posto in essere da un soggetto/autorità che ha manifestato una vicinanza, un’attenzione alle istanze della comunità. Che senso ha quindi parlare di bilancio partecipativo dopo le vicende dell’area ex-Deltafina, delle scuole, dell’area Franchi, del sottopasso ferroviario, nelle quali è emerso una chiara linea di intransigenza?
A voi le dovute valutazioni...

2 commenti:

Herunar ha detto...

Il Giornale dell'Umbria, con un articolo di Lisa Malfatto, sottolinea il grande atto democratico del Bilancio Partecipativo.
L'attività sarebbe stata organizzata non per dare indicazioni su come orientare il Bilancio 2008, ma quello 2009/2010.
Le opinioni dei cittadini sono state ascoltate con interesse, come dichiara Claudio Boccali, assessore comunale al bilancio. L'articolo però sottolinea più volte che c'è una paura generalizzata degli abitanti di Bastia, che non si sentono più sicuri nelle loro case.
Un altro segnale del clima di terrore diffuso in Italia, frutto della martellante campagna contro la criminalità razziale.

Lo strumento del bilancio partecipativo è stato un pretesto per carpire i percorsi di allestimento della prossima campagna elettorale visto che il mandato è in fase di conclusione. Le elezioni saranno nel 2009 e per quella data il programma dovrà essere ben disegnato sulle richieste dei cittadini per ricostruire il consenso, perso nella gestione precedente.

TheEye ha detto...

Esatto!La particolare situazione del PD di Bastia (non ne fa parte la Margherita ed è caratterizzato da una profonda lacerazione interna) che resta di fatto l'unico partito di governo della città (sono usciti o hanno preso le distanze dalla maggioranza rispettivamente UDEUR, Italia dei Valori, Margherita e Comunisti Italiani) ha messo in allarme sia l'amministrazione che il nuovo coordinatore del partito..che evidentemente, nella possibilità davvero concreta che una città storicamente "rossa" possa passare a destra, sfruttano tutti i mezzi possibili per fare propaganda e scrivere un programma adeguato. Ho partecipato ad un incontro del bilancio partecipativo, e sinceramente sembrava quasi una commedia autocelebrativa!