venerdì 13 giugno 2008

Ho deciso: tiferò sportivamente Romania. Vi racconto perché!

Lettera di James Fantauzzi Balsorano (Aq) al quotidiano Liberazione del 12/06/2008

Direttore, ho deciso: all'incontro di calcio Italia-Romania (che si disputerà venerdì prossimo), valido per il campionato europeo, tiferò Romania. A dir il vero è da parecchio che ci pensavo, ma un fatto a cui ho assistito dentro la metro B di Roma, tra la fermata di Bologna e Termini, mi ha convinto che non potrò appoggiare i nostri Azzurri (e forse non lo farò più). Perché? Beh, andiamo con ordine. C'erano 3 persone in piedi che viaggiavano vicine a me, di cui un sottufficiale in divisa (ma si intuiva che anche le altre 2 persone in borghese fossero legate ad ambienti militari e l'ho capito in quanto parlavano inizialmente di lavoro) che discorrevano comprensibilmente delusi ed adirati sulla sconfitta calcistica della nostra nazionale di calcio contro l'Olanda. Ad un certo punto, una giovane ragazza sudamericana, minuta, carina, impacciata e timida, chiede il permesso di uscire all'ultimo momento poco prima che si richiudessero le porte (magari non ha subito riconosciuto la stazione alla quale doveva recarsi, magari si era distratta, comunque sia sono cose che capitano a tutti) e per uscire ha in primis inevitabilmente (e leggermente) spintonato il sottoscritto e, chiedendo sempre scusa e permesso, successivamente uno dei nostri "compatrioti con le stelline" che si trovava proprio in prossimità di quella porta. La reazione del nostro "eroe" non si è fatta attendere. Gli ha lanciato pubblicamente un sonoro: «Permesso un paio di palle, svegliati prima la mattina», seguito da una litania di gruppo in chiave razzista e xenofoba che ti risparmio, caro direttore. Volevo reagire ma non l'ho fatto, mi è mancato quel coraggio che costituiva una parte della mia personalità (sto cambiando... in peggio, ma sto cambiando). Cosa c'entra la nazionale di calcio con tutto questo? Cosa c'entrano i nostri calciatori con questa storia? Assolutamente nulla (a parte il tatuaggio del 3° reich del nostro simpatico Buffon), ma la rabbia (e la delusione) è alta in questo clima sempre più irrespirabile e una squadra sportiva nazionale rappresenta e simboleggia una nazione, volente o nolente, in tutti i suoi aspetti e in tutte le sue contraddizioni, anche culturali e valoriali. Il mio carissimo conterraneo Nando Spera parla di "sonno della ragione" che pervade il nostro paese, e a ragione. L'Italia sta sprofondando in un pericoloso sonno che ricorda tempi bui della nostra storia. Come dargli torto? La nazionale di calcio, oggi come oggi, rappresenta anche quell'Italia. Mi dispiace ma non gli farò da supporter. Non ce la faccio e non me la sento. Per cui tiferò sportivamente un paese rappresentato altrettanto simbolicamente come contenitore di zingari, ladri, criminali, vampiri, prostitute, ecc., proprio come viene considerata, appunto, la Romania. Forza Romania e spero che tu vinca il campionato!

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