martedì 13 aprile 2010

Le vertenze territoriali in Umbria, un'analisi generale

Le principali vertenze territoriali in Umbria


L’Umbria è regione universalmente rinomata per essere il “cuore verde” d’Italia. La presenza di boschi incontaminati, di dolci colline ondulate e di piccoli borghi medievali delineano scenari naturali conosciuti e apprezzati in tutto il mondo. Eppure anche questo cuore verde pulsante è soggetto a lacerazioni nascoste che ne minano il buono stato di salute.

In effetti, anche in Umbria esistono numerose questioni di carattere ambientale che toccano problematiche come l’inquinamento atmosferico, la preservazione del territorio e la tutela del bene pubblico. Il seguente articolo focalizza l’attenzione su un aspetto specifico della tematica ambientale, relativo alle vertenze territoriali. Per vertenza territoriale intendiamo una qualsiasi situazione di contenzioso tra una certa comunità locale e un secondo ente (pubblico o privato) sulla gestione dei beni e delle risorse presenti in un certo territorio. Rientrano in questa definizione i celebri casi dei NO TAV in Val di Susa, le manifestazioni di protesta degli abitanti di Vicenza contro l’ampliamento della base militare americana DAL MOLIN oppure, andando più indietro nel tempo, le lotte dei cittadini di Scanzano Ionico contro l’installazione del previsto sito di stoccaggio per i rifiuti nucleari prodotti in Italia.

Seppure di portata minore e meno reclamizzate, anche in Umbria le vertenze territoriali costituiscono un fenomeno di rilevanza non secondaria, con circa una ventina di “situazioni aperte” in tutta la regione. Ogni vertenza ha chiaramente i propri aspetti di peculiarità, tuttavia è possibile evidenziare un comune denominatore a tutti i casi in questione: in effetti, la vertenza rappresenta lo scontro, spesso senza possibilità di conciliazione, tra l’interesse di tipo privatistico ed economico di un primo soggetto che sfrutta o intende sfruttare una determinata risorsa presente in un certo territorio e una rappresentanza più o meno numerosa della popolazione locale che quella risorsa intende invece tutelare. Il bene da preservare può essere un patrimonio naturale o culturale oppure, nei casi più estremi, un intero bacino territoriale.

In questo contesto comune, possiamo segnalare la seguente differenzazione tra le varie vertenze.
  1. Il contenzioso è relativo ad una questione che, pur comportando numerose problematiche di tipo ambientale, ha in altri ambiti delle ricadute positive per il territorio. È il caso delle vertenze incentrate su stabilimenti industriali che producono sostanze tossiche e inquinanti ma che d’altra parte hanno un peso rilevante nel bilancio occupazionale del comprensorio in cui sorgono (cementerie di Gubbio, ThyssenKrupp di Terni, etc.)
  2. La gestione del bene in discussione non comporta dei benefici diretti nel territorio locale, ma assume una rilevanza strategica per l’interesse collettivo a livello nazionale o globale. Rientrano in questa casistica tutte quelle vertenze sulle infrastrutture di collegamento, considerate fondamentali per lo sviluppo economico di una certa macroregione geografica, ma che al tempo stesso vanno ad intaccare patrimoni naturali di notevole pregio. In Umbria ne è un esempio il progetto di costruzione del metanodotto Foligno-Sestino, il cui tracciato si dovrebbe snodare lungo numerose aree soggette a vincolo ambientale.
  3. La gestione della risorsa da parte del soggetto concessionario si profila come un mero sfruttamento economico del bene in contenzioso, senza che la collettività - tanto meno la popolazione locale - ne riceva alcun vantaggio. È questa l’accusa che gli abitanti di Boschetto (frazione a cavallo tra Gualdo Tadino e Nocera Umbra) rivolgono alla multinazionale Rocchetta-Idrea che intende sfruttare, a completo discapito della comunità della zona, il bacino idrico del fiume Rio Fergia per l’imbottigliamento di acqua minerale.

Un altro aspetto che accomuna molte vertenze è la modalità di organizzazione della rappresentanza locale in comitati. Spesso additati di pensare solamente all’interesse del singolo territorio (secondo una logica nota con l’acronimo inglese NIMBY, “non nel mio giardino”….), essi rappresentano invece un interessante spazio associativo in cui esercitare forme di partecipazione popolare dal basso alla vita democratica. I comitati più attivi non si limitano a dire no allo sfruttamento da parte di terzi della risorsa che intendono difendere ma, partendo dalla vertenza di cui si occupano, elaborano valide alternative all’attuale modello di sviluppo. I siti internet di tali associazioni spiccano per la vasta documentazione su tematiche di stretta attualità (quali smaltimento dei rifiuti, questioni energetiche, gestione dei beni pubblici) e presentano proposte concrete che, oltre ad essere ecologicamente più sostenibili, possono creare anche nuove opportunità economiche e di lavoro.

In Umbria tuttavia, questi comitati faticano ancora ad avere una rappresentanza solida. Nonostante siano stati fatti dei tentativi di unificazione (come il Forum per i Beni Comuni di Ferentillo nel Maggio 2008) e le associazioni siano in contatto e collaborino tra di loro, manca ancora un coordinamento generale che permetta di esprimere una voce corale a tutte le vertenze. In ciò si esplica quello che è probabilmente il limite principale delle lotte territoriali locali. In assenza di un organismo rappresentativo centrale, i singoli comitati – spesso costituiti da semplici cittadini non professionisti della politica – sono lasciati soli nelle situazioni di contenzioso contro soggetti molto vicini ai “poteri forti” e hanno di conseguenza ristretti margini di manovra e una minore capacità di condizionamento nelle decisioni finali.

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domenica 11 aprile 2010

P. Daniele Moschetti in Umbria


Segnaliamo i due incontri organizzati dal circolo culturale "primomaggio" con P. Daniele Moschetti, che presenterà il suo nuovo libro "Gerusalemme ombelico del mondo" (edizioni Creativa-Dissensi). Entrambe le iniziative si terranno giovedì 22 aprile, il primo alle ore 18 a Perugia (in via Qieta, presso la sala Shalom ed è organizzato in collaborazione con il Gruppo Missionario Parrocchia di S. Spirito), il secondo è alle ore 21 a Bastia Umbra presso la Sala Consiliare.

P. Daniele Moschetti, padre comboniano, dopo l'esperienza in Palestina e in Kenya (dove ha trascorso 8 anni passati nella baraccopoli di Korogocho a Nairobi, prima con P. Alex Zanotelli e poi con P. Paolo Latorre), è ora missionario in Sud Sudan.

Il ricavato della vendita del suo libro sarà devoluto al centro giovanile di Mapuordit dove opera.

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